
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Stanotte è scattata l’ora legale…
• Già, bisognava mettere indietro l’orologio…
Non indietro, avanti. Alle due di notte bisognava mettere le lancette sulle tre. Poi a ottobre, nella notte tra il 24 e il 25, bisognerà rimettere le lancette indietro di un’ora. Il risultato di questo movimento è che lei adesso e per tutta l’estate perderà un’ora di sonno. Domani la sveglia suonerà – mettiamo - alle sette di mattina, e in realtà saranno le sei. I medici dicono che la prima settimana è un momento delicato. Il New England Journal of Medicine sostiene che all’inizio gli infarti aumentano del cinque per cento, che è una percentuale non da poco. Certi medici svedesi avrebbero fatto la controprova: in ottobre, quando le lancette si rimettono indietro, c’è una diminuzione dei colpi al cuore.
• Se spostare le lancette in avanti fa male, che diavolo…?
La sicurezza assoluta che possa far male non c’è, perché manca una teoria pienamente convincente sul meccanismo che moltiplicherebbe gli infarti. Verrebbero disturbati i ritmi circadiani… Detto in parole povere: abbiamo un orologio biologico nel sistema nervoso centrale che dirige l’orchestra dei nostri molti orologi periferici. L’azione di due proteine che reagiscono alla luce nell’arco delle ventiquattr’ore regola il nostro metabolismo. Sono studi recentissimi, condotti negli Stati Uniti dal professor Paolo Sassone- Corsi. Trattandosi del ritmo sonno-veglia, l’industria farmaceutica sta con le antenne ritte. Quanto l’ora legale alteri questo meccanismo è da stabilire, anche se sembra assodato che lo spostamento delle lancette può almeno provocare insonnia e sbalzi di umore in persone che non producono abbastanza melatonina. La melatonina è un ormone secreto dalla ghiandola pineale tra l’1 e le 5 del mattino solari. L’esposizione alla luce ne blocca la produzione, quindi più luce assorbiamo e meno melatonina fabbrichiamo.
• A quanto ammonta questo risparmio di energia?
Terna, la società responsabile in Italia della trasmissione dell’energia elettrica in rete, dice che accendere la luce più tardi ci farà risparmiare 655 milioni di kilowattora (kwh), che equivalgono a una minor emissione di anidride carbonica di oltre 342 mila tonnellate. In soldi: sono cento milioni di euro, prezzando a 15 centesimi il kilowattora medio esentasse. Questi numeri mostrano che tra il 2004 e il 2008 si sono risparmiati 3,1 miliardi di kilowattora, per 400 milioni di euro. C’è però un punto: non ho capito se in questi calcoli s’è tenuto conto dell’aria condizionata.
• Cioè?
Ad aprile non succede niente, ma d’estate l’ora legale spinge a consumare un’ora in più di aria condizionata negli uffici. Il risparmio di luce controbilancia lo spreco di energia dovuto alla ricerca del fresco? Matthew Kotchen, dell’Università della California, ha studiato i numeri dell’Indiana e ha scoperto che alla fine lo Stato ci ha rimesso 9 milioni di dollari in un anno (era il 2007). In California, dopo aver deciso di prolungare l’ora legale di 15 giorni, si sono accorti di non aver ottenuto quasi niente. Anche l’Energy Institute australiano sostiene che i risparmi sono solo apparenti.
• Beh, allora smettiamola.
Che cosa ci vuole fare? I dati non sono tutti concordi. Ci sono i calcoli di Terna e c’è un rapporto americano, stilato per il Congresso dal Dipartimento dell’Energia: aver anticipato di 4 settimane l’ora legale – dicono gli ingegneri Usa – ci ha fatto risparmiare l’energia che consumano in un anno centomila appartamenti. Abolire l’ora legale solo in Italia sarebbe poi piuttosto complicato: la adottano tutti gli Stati europei e la adottano in simultanea in modo da non aver problemi con gli orari dei treni e degli aerei che attraversano il Continente. Sa che l’idea di spostare le lancette dell’orologio risale addirittura a Beniamino Franklin, l’inventore del parafulmine, un genietto del Settecento? Nel Novecento i vari Stati – noi compresi – l’hanno alternativamente messa o tolta. Per esempio, noi cominciammo nel 1916, poi nel ’20 smettemmo, poi Mussolini la rimise nel ’40, ma dopo la guerra (1948) fu abolita di nuovo e poi definitivamente riadottata nel 1966. Per toglierla bisognerebbe che si mettessero d’accordo almeno tutti gli europei. L’ora legale è un po’ anche una fede: i giapponesi non ci hanno mai creduto e non l’hanno mai messa in vigore. Generalmente in Asia non la adotta nessuno. E neanche in Africa va di moda. Ma già in Africa, con tutta quella luce, di ora legale non c’è davvero bisogno. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/3/2009]
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