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 2008  maggio 13 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il ministro della Funzione pubblica non ha portafoglio, ma è molto importante: governa su tre milioni e mezzo di statali. Ai tempi di Prodi, questo incarico era andato a Luigi Nicolais, diessino, napoletano, chimico di professione. Nicolais voleva buttare fuori uno statale su tre. Fu facilmente neutralizzato. Adesso il ministro della Funzione pubblica è Renato Brunetta, forzista, economista, piccolino di statura, assai vivace. andato al Forum della Pubblica Amministrazione e ha pronunciato questa frase: «I dipendenti fannulloni vanno semplicemente licenziati». Poi è andato a Porta a porta, ha ripetuto il concetto e ha aggiunto: «Non è possibile che non ci sia neanche un licenziamento e neanche la cassa integrazione». Brunetta spara a zero da sabato scorso, quando si fece intervistare dalla Stampa e spiegò che in due-tre anni metterà gli italiani in grado di interagire con la Pubblica amministrazione attraverso internet. Aggiunse: i sindacati non riusciranno a rubarmi più del 10m per cento del mio tempo, che per il 90 per cento sarà interamente dedicato alla soluzione dei problemi.

• Lei ci crede?
Alla buona fede del ministro sì. Al fatto che effettivamente si possa far qualcosa... beh, è difficile. Intanto c’è An, il partito più statalista che ci sia. Poi ci sono naturalmente i sindacati, che adesso lasciano parlare, ma si preparano a mettersi di traverso come hanno sempre fatto. I sindacati, nell’organizzazione dello Stato, non sono dei semplici difensori dei diritti dei lavoratori: hanno spessissimo una funzione direttiva, cioè i capi degli uffici non possono introdurre cambiamenti o migliorie senza discuterne prima con loro. Poi ci sono i giudici del lavoro e i medici che rilasciano i certificati: due formidabili alleati degli assenteisti, che hanno dalla loro parte, oltre tutto, le leggi (compresa quella della privacy). Poi c’è la stessa organizzazione della Pubblica amministrazione: non si contano gli uffici dove nessuno fa niente perché non c’è niente da fare. Infine, come si può cambiar tutto senza allearsi con quelli che la Pubblica amministrazione la fanno funzionare? A questi non si tratta solo di dare degli incentivi economici, che pure ci vogliono. C’è anche bisogno di una motivazione morale. La motivazione si trasmette facendo sapere a queste persone che lo Stato si è accorto di loro, che lo Stato è consapevole di quanto siano preziose e che lo Stato creerà le condizioni perché le loro fatiche siano compensate. Chi però può trasmettere credibilmente un messaggio simile?

Quanti saranno poi questi eroi della Pubblica amministrazione?
Si dice che gli statali si dividono in tre classi: gli eroi che si sono caricati e si caricano tutto sulle loro spalle; quelli che fanno il minimo indispensabile; quelli che non fanno assolutamente nulla o perché assenti o perché, se presenti, si imboscano subito da qualche parte.

Ma questa storia dell’assenteismo o del fannullonismo è poi vera? Non sarà un’esagerazione leghista o simili? Perché poi i sindacati negano sempre.
Non scherziamo. Qualunque cosa dicano i sindacalisti - che sono parte in causa e tra i primi responsabili dello sfascio -, i dati di qualunque fonte sono incontrovertibili. Parlo dei dati Istat o di quelli della Ragioneria: l’assenteismo reale nella pubblica amministrazione – cioè al netto di ferie, scioperi e assenze non retribuite – è pari a 40 giorni lavorativi medi l’anno. Le donne fanno più assenze degli uomini, la stragrande maggioranza dei certificati medici sta sotto la settimana, insomma tutti i numeri dicono che si tratta troppo spesso di malcostume o di malafede. Ogni tanti i giornali si occupano di qualche caso abnorme: il professor M che mancava da scuola l’80 per cento del tempo e non si è ancora riusciti a licenziare, i dipendenti ospedalieri di Perugia che si facevano registrare l’ingresso da amici compiacenti a cui avevano prestato il badge e che, dopo essere stati addirittura arrestati, vennero reintegrati nel posto di lavoro.

• Brunetta sembra intenzionato a colpire.
Ho paura della foga con cui è partito. Bisogna ragionare bene prima di muoversi e introdurre intanto piccoli cambiamenti ficcanti. Oggi il medico fiscale è scelto dal lavoratore. Perché non farlo scegliere, invece, dall’azienda? I tornelli agli ingressi vanno resi attivi anche per le uscite. Eccetera.

• E sull’organizzazione?
Prima di procedere, io farei una sperimentazione in una zona ristretta: sei mesi di lavoro, applicando criteri e regole totalmente nuovi. Si verifica, si corregge e poi si estende il metodo su scala nazionale. Gettarsi in questa guerra alla cieca e senza un piano dettagliato su come neutralizzare il nemico nelle varie fasi della battaglia mi pare invece molto perdente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/5/2008] (leggi)

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