Luigi Accattoli 13/5/2008, 13 maggio 2008
CITT DEL VATICANO
La 194 è più che mai segno di contraddizione: ieri si sono avuti in coincidenza casuale ma significativa un severo monito del Papa che ha definito la legge dell’aborto una «ferita» per la nostra società e un’ordinanza del Tar della Lombardia che ha bocciato le «linee guida» per l’applicazione di quella stessa legge che erano state dettate dalla Regione Lombardia, ispirate a una interpretazione restrittiva della facoltà di aborto. «Il rispetto della vita è la prima giustizia da applicare» ma questa «necessaria testimonianza » si è fatta «più difficile» anche in Italia negli ultimi tre decenni per il «progressivo svilimento » del valore della vita, segnato in particolare dall’introduzione della legge sull’aborto: questa la denuncia del Papa, che parlava a 800 volontari del Movimento per la vita riuniti per i trent’anni della 194. Un discorso in puntuale continuità con quanto affermato da Giovanni Paolo II nel ventennale della 194 il 22 maggio del 1998, ma senza l’invito esplicito a battersi per la «revisione» della legge che era allora venuto dal Papa polacco.
«Guardando ai passati tre decenni – ha detto ieri Benedetto XVI – non si può non riconoscere che difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo».
Il Papa afferma categoricamente che «l’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze». Tra le cause che favoriscono l’aborto il Papa ha trattato soprattutto delle difficoltà che oggi incontra la vita familiare: «Mancanza di lavoro sicuro, legislazioni carenti in materia di tutela della maternità, impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli» e conseguente «senso di sfiducia nel futuro». Da qui la chiamata delle istituzioni a porre «di nuovo al centro della loro azione» la difesa della vita e della famiglia che «occorre aiutare con ogni strumento » nel «non facile contesto sociale odierno».
Per il Pdl l’appello del Papa «non va lasciato cadere» mentre a sinistra si insorge a difesa della 194. Marco Pannella annuncia per giugno una manifestazione radicale a sostegno della legge: «La presa di posizione del pontefice rappresenta una offesa contro lo Stato democratico ». Per Livia Turco del Pd «la 194 ha permesso una forte riduzione dell’aborto». «La politica deve assumersi la responsabilità di non lasciare cadere nel vuoto l’appello di Benedetto XVI» ha detto il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi del Pdl. Luca Volontè dell’Udc: «Vita e famiglia hanno una sacralità innata e bene ha parlato il Papa in loro difesa».
Quanto all’ordinanza del Tar della Lombardia, il presidente della Regione Roberto Formigoni ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato affermando che le «linee guida non violano la Costituzione e neanche la 194». L’ordinanza è stata adottata accogliendo un ricorso di medici della Cgil. Essa censura in particolare un dispositivo delle «linee guida» che restringe i limiti temporali (a 22 settimane e 3 giorni) per l’ammissibilità dell’aborto terapeutico e un altro riguardante la procedura per l’aborto chiesto da minorenni.