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 2008  maggio 13 Martedì calendario

ROMA – Il gip Clementina Forleo deve essere trasferita da Milano per incompatibilità ambientale perché ha denunciato complotti inesistenti e ha anche interferito con l’attività della Procura nella delicata inchiesta sulle scalate bancarie

ROMA – Il gip Clementina Forleo deve essere trasferita da Milano per incompatibilità ambientale perché ha denunciato complotti inesistenti e ha anche interferito con l’attività della Procura nella delicata inchiesta sulle scalate bancarie. Con un voto a maggioranza si è dunque consumato il primo atto del trasferimento d’ufficio del giudice Forleo mentre il verdetto finale, quello del plenum, arriverà tra circa un mese. Il giudice Forleo potrebbe evitare tutto questo solo se chiedesse al Csm il trasferimento ad altro ufficio, lontano da Milano. Ma lei, si sa, andrà fino in fondo e presto comparirà davanti al plenum per giocarsi l’ultima carta. Tutto nasce sei mesi fa. La pratica Forleo viene aperta dalla I commissione per «tutela » (Massimo D’Alema denunciò il «mercato delle vacche » riferendosi ai verbali passati ai giornalisti dagli avvocati) ma anche perché la stessa Forleo ad «Annozero» parlò di presunti complotti dei poteri forti che miravano a insabbiare le inchieste sulle scalate bancarie dal momento in cui coinvolgevano anche alcuni politici di rilievo. Tutto questo ha portato al voto di ieri che ha visto prevalere la tesi accusatoria: «La dottoressa Forleo ha personalizzato eccessivamente la funzione dando un’erronea interpretazione dei fatti», dice Fabio Roia (Unicost) che ha votato a favore dell’incompatibilità ambientale insieme ai consiglieri laici Gianfranco Anedda (An) e Letizia Vacca (Pdci). La commissione, dunque, si è spaccata perché ai tre voti favorevoli si sono aggiunte le astensioni dei «togati di sinistra - Livio Pepino (Md) e Mario Fresa (Movimento) - e il voto contrario del presidente Antonio Patrono (MI). E’ difficile prevedere se in plenum verranno mantenuti i rapporti di forza che porterebbero a un sicuro trasferimento d’ufficio della Forleo: Patrono infatti ha votato contro ma si è detto favorevole all’incompatibilità funzionale pur sapendo che la Forleo, dopo 10 anni di permanenza nello stesso ufficio, deve lasciare in ogni caso la poltrona di gip. E anche le motivazioni dell’astensione di Pepino e di Fresa sono dovute al fatto che non sarebbero state archiviate alcune contestazioni minori mentre sarebbero stati insufficienti gli accertamenti istruttori svolti su quelle principali. Maurizio Laudi, difensore del gip, è soddisfatto: «La I commissione dall’iniziale unanimità è giunta a un voto differenziato...». Laudi, però, ha lamentato la mancata astensione del consigliere Vacca che in piena istruttoria aveva definito la Forleo e il collega Luigi de Magistris (già condannato dalla disciplinare, ndr) come «cattivi giudici che non danno il buon esempio».