
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Cominciamo da questa agenzia di ieri: «La nuova influenza detta “suina” si sta propagando a una velocità senza precedenti, secondo una nota dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il virus H1N1, infatti, ha fatto in sei settimane quello che altri virus fecero in sei mesi, diffondendosi a un ritmo mai visto prima. Questa situazione - precisa l’Oms - rende impossibile per i Paesi coinvolti confermare con esami di laboratorio tutti i casi segnalati. Ed è per questo che la stessa Oms non fornirà più i consueti bollettini con i casi registrati nei vari Paesi, ma si limiterà a dare informazioni sulle zone recentemente interessate dall’infezione. A questo punto un’ulteriore diffusione del virus è considerata inevitabile, fa notare l’organismo, sia all’interno di Paesi già colpiti che in nuovi Paesi».
• E’ l’annuncio che ci ammaleremo tutti?
Il ministero della Sanità spera di limitare i casi a 4 milioni, in un universo di infettati potenziali pari a 9 milioni entro marzo e a 13 milioni entro la fine del prossimo anno. In questo momento da noi i casi registrati sono 180. Ma sono al lavoro, oltre agli epidemiologi, anche i matematici che ci hanno insegnato l’espressione ”fase esponenziale”: significa che il diffondersi della malattia, da un certo momento in poi, procede col sistema delle potenze: non più 3+3+3 che fa 9, ma 3x3x3 che fa 27. La fase esponenziale da noi potrebbe arrivare in autunno. In Inghilterra è già in corso: 10 mila influenzati adesso, 17 morti, una previsione di 100mila casi al giorno a partire dalla fine di agosto. Laggiù la situazione appare così preoccupante che si son messi a calcolare di quanto ritarderà l’uscita dalla crisi economica: due anni in più per rivedere la luce, il 5% del Pil spazzato via, 60 miliardi di sterline bruciati, un’ipotesi di 65 mila morti.
• Ma non si può far niente?
Quello che gli inglesi temono di più – e di cui dobbiamo tener conto anche da noi – è il cambio di comportamenti. Il più preoccupante è quello relativo alla prevenzione: tu non hai niente, ma i discorsi sull’influenza ti hanno spaventato, ti compri il Tamiflu e lo prendi in anticipo. Questo aiuta la selezione di un ceppo resistente. Se a un certo punto il virus dovesse mettersi a fare sul serio, cioè ad ammazzare la gente, il Tamiflu potrebbe non servire più perché nel frattempo il nostro assassino si sarebbe costruito un corredo genetico corazzato. In Inghilterra hanno fatto sapere che cureranno solo coloro che risulteranno evidentemente affetti dalla suina e si disinteresseranno di tutti gli altri, compresi parenti o amici più stretti, compresi quelli che hanno magari accarezzato gli infetti sul viso o hanno messo la mano nello stesso punto toccato dal malato, due casi di infezione assai probabile. Non vogliono che chi prende l’influenza vada in ospedale: telefoni e se, in base alla descrizione dei sintomi e alla constatazione che la febbre a 38 è durata per due giorni consecutivi, risulterà evidentemente malato, riceverà un voucher con cui ritirare la cura in farmacia.
• Avevo capito che, anche se si espandeva in modo inarrestabile, questo virus era abbastanza innocuo.
E i medici lo confermano. La mortalità è dello 0,4 per mille, nelle influenze solite che pigliamo ogni stagione è dell’1 per mille. La A-H1N1 ha provocato finora nel mondo 400 morti. La normale influenza di stagione ammazza in genere 250-500 mila persone. Quindi questo virus sembrerebbe davvero innocuo. Ci sono però alcuni elementi di preoccupazione: la spagnola, che ammazzò 50 milioni di uomini e donne tra il 1918 e il 1919, circolava dal 1911 e in una forma blanda. Colpiva soprattutto al polmone e anche questa qui ha nel polmone il bersaglio preferito. I medici hanno fatto qualche test sui sopravvissuti alla spagnola che sono ancora vivi e questi vecchietti appaiono ben vaccinati contro la pandemia attuale, come se i due virus fossero parenti stretti.
• E il vaccino?
Ci stanno lavorando. Marie-Paule Kieny, direttore della divisione dedicata dell’Oms, dopo aver detto che la pandemia non si può fermare, ha aggiunto: «Tutti i Paesi avranno bisogno del vaccino». Secondo lei sarà pronto tra settembre e ottobre. Margaret Chan, direttore dell’Oms, pensa che ci vorrà un po’ di più. I Centers for Diseases Control di Atlanta, negli Stati Uniti, avrebbero già pronto il cosiddetto ”seme” del virus, sul quale dovrà costruirsi il vaccino. Però è chiaro che non sarà disponibile subito tutta la quantità necessaria e che perciò si dovranno stabilire delle priorità.
• Lei potrebbe essere vaccinato e io no?
Si comincerà da medici, infermieri e personale sanitario in genere. I primi che devono resistere sono quelli che devono curarci. Seguiranno naturalmente i bambini. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/7/2009]
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