
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il nuovo presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, scriverà una lettera ai 138 sindaci del suo comprensorio per invitarli a vietare gli alcolici ai minori di 16 anni secondo le stesse regole che sono state adottate dal Comune di Milano e che entreranno in vigore da domani.
• Che regole?
Non ha letto i giornali? La Moratti fa affiggere domani all’albo pretorio un’ordinanza in cui si vieta «vendita, somministrazione, consumo, detenzione e cessione a titolo gratuito di alcolici» ai minori di 16 anni. Il punto è che il divieto milanese non basta: ci vuol poco ad arrivare, mettiamo, a Sesto San Giovanni e a rifornirsi di vino o di birra.
• E’ vietata anche la birra?
E’ vietato, relativamente ai sedicenni, tutto ciò che è alcolico. Non gli può essere venduto, non gli può essere «ceduto a titolo gratuito». Le multe arrivano a 450 euro. Se i vigili sorprenderanno un quindicenne che compra una bottiglia di birra, saranno sanzionati i genitori. Anche se mamma e papà si giustificassero dicendo «Era per noi», piglieranno la multa lo stesso. Idem per i commercianti e per gli stessi ragazzi. Proibizionismo totale, mitigato solo dal fatto che l’ordinanza ha una scadenza tra quattro mesi: a quella data si valuteranno i risultati e si deciderà se rendere divieto e sanzioni definitivi. Prima di cominciare a discutere sappia che: la giunta ha approvato l’iniziativa della Moratti all’unanimità; il prefetto Gian Valerio Lombardi, richiesto preventivamente di un parere, si è detto d’accordo; svariate associazioni di genitori, tra cui quelli del Moige, si son detti entusiasti; un sondaggio condotto da Repubblica.it, i cui lettori sono in genere poco amici della Moratti, ha dato questo risultato: 67% favorevoli, 30% contrari: lo stesso sondaggio, realizzato dal Corriere della Sera : 78% favorevoli, 22% contrari. Le ricordo infine che inasprimenti relativi alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe sono stati inseriti nel decreto sicurezza. Che altri inasprimenti sono al centro di una legge di iniziativa parlamentare, già approvata a Montecitorio e in dirittura d’arrivo a Palazzo Madama. E che anche il disegno di legge delega relativo al nuovo codice della strada non è tenero sul punto. Del resto, proprio venerdì a Mazara del Vallo un tossico al volante ha ammazzato quattro donne colpevoli solo d’essersi sedute al fresco fuori della porta di casa.
• Abbia pazienza, i ragazzini di 16 anni mica guidano.
Ma bevono. E, a quanto risulta, bevono da un pezzo. La Moratti ha accompagnato l’ordinanza con studi che nessuno ha contestato e dai quali risulta che un terzo dei bambini milanesi di 11 anni ha già avuto problemi con l’alcol e che il 40% dei quindicenni s’è ubriacato almeno una volta. L’assessore alla Salute, Gianpaolo Landi di Chiavenna: «A 15 anni l’ubriacatura di massa è la regola ». La Croce Rossa fa sapere che la metà degli interventi del sabato notte è provocata da ubriacature di giovani.
• Come si fa a beccare un ragazzino che infrange questa regola?
Bisogna mettere un vigile davanti ad ogni bar... Intanto ci si può concentrare su quello che succede il sabato sera in certi posti – parlo soprattutto di locali – che in definitiva sono piuttosto conosciuti. Penso poi che il Comune faccia affidamento su un minimo di collaborazione, in primo luogo dalle stesse famiglie: un figlio di 15 anni ti torna a casa ubriaco e adesso hai lo strumento per denunciare l’esercente. La collaborazione ci vuole. I gestori dei locali si mettano una mano sulla coscienza, i titolari di bar e vinerie si ricordino di essere genitori e non abbiano paura di chiedere i documenti a bambocci che vogliono farsi belli con un bicchiere di whisky. In definitiva siamo riusciti a togliere di mezzo le sigarette dai locali pubblici.
• Non sarà che il divieto di bere renderà la bevuta ancora più affascinante?
E’ il ragionamento che ha fatto al Corriere della Sera lo scrittore Aldo Nove: «Sul piano psicologico qualunque forma di proibizionismo finisce per rendere affascinante l’oggetto del divieto. Così offriremo ai ragazzini un motivo in più per trasgredire». Nove aggiunge che il rito di sbronzarsi «non è nemmeno del tutto sbagliato, nell’adolescenza i riti di iniziazione sono importanti: bisogna poter scegliere, provare e poi decidere come comportarsi la volta successiva. Il diritto individuale di sbagliare è fondamentale, anche a 15 anni». Può però l’amministratore di una città permettersi il lusso di ragionare così? Se si tratta di uno sbaglio – come ammette anche Nove – deve dichiararlo e sancirlo. A quel punto, se qualcuno vuole trasgredire o lasciar trasgredire, se ne assuma le responsabilità. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/7/2009]
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