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 2009  luglio 18 Sabato calendario

Dopo Kaká si chiude un’altra era - La cessione di Ibrahimovic è il primo vero segnale di un limite

Dopo Kaká si chiude un’altra era - La cessione di Ibrahimovic è il primo vero segnale di un limite. Del calcio italiano certamente, ma del calcio milanese prima di tutto. sempre stata quasi soltanto qui la ricchezza. Se adesso un po’ di gioielli finiscono nel vento non si può certo dare colpa a Genoa, Bologna o Fiorentina. Non è il calcio italiano che si ridimensiona, sono Inter e Milan. la fatica che fanno le sue grandi famiglie a tenere dietro a soluzioni industriali diverse. Florentino Perez o Laporta non tirano fuori una lira. Sono le società che pagano e le società sono di tutti, hanno introiti orizzontali e sconfinati, non verticali come i nostri. ingenuo e fuorviante anche dire che la Spagna ha facilitazioni fiscali irresistibili. Le ha, ma a questi livelli non hanno importanza. Prendiamo Ibrahimovic e mettiamo che dai 12 milioni dell’Inter vada a prendere un ingaggio di 15. Il Barcellona pagherebbe 3 milioni e 750 mila; dovesse pagare l’Inter sarebbero 7 e mezzo, ma 6 li pagava già. Nessuno perderebbe Ibrahimovic per un milione e mezzo l’anno. Non è lì il problema. Il problema, la diversità, è la globalizzazione. Siamo stati condannati a confrontare il nostro modo di gestire il calcio con quello degli altri grandi Paesi occidentali. E non ne abbiamo ancora le idee, le strutture, le possibilità. Sono arrivati gli americani, i russi, gli sceicchi, gli imperi televisivi, quelli assicurativi, le vere multinazionali, e sono andate da altre parti. Hanno reso ricchissimo il piatto, la posta è ormai insostenibile. Anche Milano deve alzarsi. Non bastano le ricchezze leggendarie di Moratti e Berlusconi, che ora fa i conti su Pirlo con il tifoso come se tutto fosse mortadella. C’è da aggiungere che anche l’entusiasmo viene e va per tutti. Berlusconi è lì da 23 anni, Moratti da 14. Negli ultimi tre anni Moratti ha ricapitalizzato per quasi 500 milioni, una cifra pazzesca. Arriva il momento in cui bisogna dire basta. Ibrahimovic è stato quel momento. Dal punto di vista tecnico non è un giocatore sostituibile, bisogna semplicemente giocare in un modo diverso. Diventerà interessante vedere una squadra con tre punte che partono da lontano (Eto’o, Milito, Balotelli), tutte forti e agili, tutte di grande velocità e qualità. Una squadra che non dà riferimenti, molto moderna ed europea. Dal punto di vista tecnico c’è spazio per andare avanti. il modello milanese di calcio, quello dei mecenati entusiasti, ad essere in crisi, non l’Inter che sta nascendo. E sarà molto più difficile accomodare quello che la squadra.