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 2009  luglio 18 Sabato calendario

INIZIò A LAVORARE ALLA CBS NEL 1950

 morto Walter Cronkite,
leggenda del giornalismo Usa
Aveva 92 anni. Raccontò i più importanti eventi del secolo, dall’assassinio di Kennedy allo sbarco sulla Luna


WASHINGTON - Walter Cronkite, il celebre anchorman della CBS che per il pubblico televisivo americano fece la cronaca di eventi storici quali lo sbarco sulla luna, l’assassinio di John Kennedy e lo scandalo Watergate, è morto all’età di 92 anni. A riferirlo è stata la CBS, dove Cronkite iniziò a lavorare nel 1950. Tra i primi a ricordare la figura del giornalista è stato il presidente americano Barack Obama: «Walter è stato sempre più di un semplice anchorman. Era qualcuno in cui potevamo riporre fiducia per farci guidare attraverso le vicende più importanti del momento; una voce di certezza in un mondo incerto».

UNA LEGGENDA DEL GIORNALISMO - Walter Cronkite è stato una vera e propria leggenda del giornalismo statunitense. La famiglia aveva reso noto nelle scorse settimane che Cronkite soffriva da anni di una malattia cardiovascolare e la tv aveva annunciato recentemente che la sua saluta era peggiorata notevolmente negli ultimi giorni. Se ne è andato dunque l’uomo che per anni fu considerato dall’opinione pubblica Usa «il giornalista più affidabile degli Stati Uniti». «Il Paese ha perso un’icona e un amico caro», ha detto il presidente Barack Obama, in un comunicato. «Walter fu sempre qualcosa in più di un presentatore: qualcuno a cui ci potevamo affidare perchè ci guidasse attraverso i temi più importanti del giorno, la voce della certezza in un mondo incerto. Era come uno di famiglia. Ci invitava a credergli e non ci deluse mai».

«DIRETTO E SENZA VERVE» - Cronkite per vent’anni informò milioni di statunitensi che si sintonizzavano sul telegiornale più seguito, «Cbs Evening News», sui fatti del giorno; e raccontò gli eventi della storia, la guerra in Vietnam, l’assassinio di Martin Luther King, le tensioni razziali, le manifestazioni pacifiste nei campus universitari, il caso Watergate, che portò alla rinuncia del presidente Richard Nixon. «Non mi capacito dell’impatto che ho nè del mio successo» disse un giorno. «Che il mio modo di porgere sia diretto, spesso privo di verve è probabilmente una critica giusta, ma ho costruito la mia reputazione su un giornalismo onesto e diretto. Fare qualunque altra cosa mi suonerebbe finto».



corriere.it, 18 luglio 2009