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 2009  luglio 18 Sabato calendario

Cominciamo da questa agenzia di ieri: «La nuova influenza det­ta “suina” si sta propagando a una velocità senza precedenti, se­condo una nota dell’Organizza­zione mondiale della sanità (Oms)

Cominciamo da questa agenzia di ieri: «La nuova influenza det­ta “suina” si sta propagando a una velocità senza precedenti, se­condo una nota dell’Organizza­zione mondiale della sanità (Oms). Il virus H1N1, infatti, ha fatto in sei settimane quello che altri virus fecero in sei mesi, dif­fondendosi a un ritmo mai visto prima. Questa situazione - preci­sa l’Oms - rende impossibile per i Paesi coinvolti confermare con esami di laboratorio tutti i casi segnalati. Ed è per questo che la stessa Oms non fornirà più i con­sueti bollettini con i casi registra­ti nei vari Paesi, ma si limiterà a dare informazioni sulle zone re­centemente interessate dall’infe­zione. A questo punto un’ulterio­re diffusione del virus è conside­rata inevitabile, fa notare l’orga­nismo, sia all’interno di Paesi già colpiti che in nuovi Paesi».

E’ l’annuncio che ci ammalere­mo tutti?
Il ministero della Sanità spera di limitare i casi a 4 milioni, in un universo di infettati poten­ziali pari a 9 milioni entro mar­zo e a 13 milioni entro la fine del prossimo anno. In questo momento da noi i casi registrati sono 180. Ma sono al lavoro, ol­tre agli epidemiologi, anche i matematici che ci hanno inse­gnato l’espressione ”fase espo­nenziale”: significa che il diffon­dersi della malattia, da un cer­to momento in poi, procede col sistema delle potenze: non più 3+3+3 che fa 9, ma 3x3x3 che fa 27. La fase esponenziale da noi potrebbe arrivare in autun­no. In Inghilterra è già in corso: 10 mila influenzati adesso, 17 morti, una previsione di 100mi­la casi al giorno a partire dalla fine di agosto. Laggiù la situa­zione appare così preoccupan­te che si son messi a calcolare di quanto ritarderà l’uscita dalla crisi economica: due anni in più per rivedere la luce, il 5% del Pil spazzato via, 60 miliardi di sterline bruciati, un’ipotesi di 65 mila morti.

Ma non si può far niente?
Quello che gli inglesi temono di più – e di cui dobbiamo tener conto anche da noi – è il cambio di comportamenti. Il più preoc­cupante è quello relativo alla prevenzione: tu non hai niente, ma i discorsi sull’influenza ti hanno spaventato, ti compri il Tamiflu e lo prendi in anticipo. Questo aiuta la selezione di un ceppo resistente. Se a un certo punto il virus dovesse mettersi a fare sul serio, cioè ad ammaz­zare la gente, il Tamiflu potreb­be non servire più perché nel frattempo il nostro assassino si sarebbe costruito un corredo genetico corazzato. In Inghilter­ra hanno fatto sapere che cure­ranno solo coloro che risulte­ranno evidentemente affetti dalla suina e si disinteresseran­no di tutti gli altri, compresi pa­renti o amici più stretti, compre­si quelli che hanno magari acca­rezzato gli infetti sul viso o han­no messo la mano nello stesso punto toccato dal malato, due casi di infezione assai probabi­le. Non vogliono che chi prende l’influenza vada in ospedale: te­lefoni e se, in base alla descri­zione dei sintomi e alla consta­tazione che la febbre a 38 è du­rata per due giorni consecutivi, risulterà evidentemente mala­to, riceverà un voucher con cui ritirare la cura in farmacia.

Avevo capito che, anche se si espandeva in modo inarrestabi­­le, questo virus era abbastan­za innocuo.
E i medici lo confermano. La mortalità è dello 0,4 per mille, nelle influenze solite che piglia­mo ogni stagione è dell’1 per mille. La A-H1N1 ha provocato finora nel mondo 400 morti. La normale influenza di stagione ammazza in genere 250-500 mi­la persone. Quindi questo virus sembrerebbe davvero innocuo. Ci sono però alcuni elementi di preoccupazione: la spagnola, che ammazzò 50 milioni di uo­mini e donne tra il 1918 e il 1919, circolava dal 1911 e in una forma blanda. Colpiva soprat­tutto al polmone e anche que­sta qui ha nel polmone il bersa­glio preferito. I medici hanno fatto qualche test sui sopravvis­suti alla spagnola che sono an­cora vivi e questi vecchietti ap­paiono ben vaccinati contro la pandemia attuale, come se i due virus fossero parenti stret­ti.

E il vaccino?
Ci stanno lavorando. Ma­rie-Paule Kieny, direttore della divisione dedicata dell’Oms, do­po aver detto che la pandemia non si può fermare, ha aggiun­to: «Tutti i Paesi avranno biso­gno del vaccino». Secondo lei sarà pronto tra settembre e otto­bre. Margaret Chan, direttore dell’Oms, pensa che ci vorrà un po’ di più. I Centers for Disea­ses Control di Atlanta, negli Sta­ti Uniti, avrebbero già pronto il cosiddetto ”seme” del virus, sul quale dovrà costruirsi il vacci­no. Però è chiaro che non sarà disponibile subito tutta la quan­tità necessaria e che perciò si dovranno stabilire delle priori­tà.

Lei potrebbe essere vaccinato e io no?
Si comincerà da medici, infer­mieri e personale sanitario in genere. I primi che devono resi­stere sono quelli che devono cu­rarci. Seguiranno naturalmen­te i bambini. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/7/2009]