
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Noi siamo qui a lambiccarci con la rottamazione di Alitalia e intanto Air France, che poteva comprarsela, si prepara a fare un altro passo avanti, mettendo i telefonini a bordo.
• E’ un progresso? Perché già sul treno, con tutti quei cellulari che trillano in continuazione, non si campa più. E poi come mai adesso il cellulare non interferisce con le operazioni di volo?
Calma, calma. Prima di tutto la storia dei telefonini è possibile non tanto per Air France, quanto perché la Commissione europea ha sancito che la tecnologia rende non più pericoloso l’uso del cellulare durante il volo e ha annunciato che sarà presto varato un regolamento. Tra sei mesi, via libera per tutti. Questo non significa che tutte le compagnie permetteranno di chiamare o di essere chiamati: ogni linea sarà libera di decidere e molto probabilmente su certi voli ci sarà più libertà che su altri. Si sa già, per esempio, che non sarà permesso adoperare il cellulare di notte e in prossimità dell’atterraggio e del decollo. Anzi, è stata fissata l’altezza a partire dalla quale si potrà chiamare: al di sopra dei tremila metri. Il che vuol dire che, dopo la partenza, bisognerà pazientare tre-quattro minuti prima di accendere l’apparecchio e smetterla una decina di minuti prima dell’atterraggio.
• Ma come fa uno a telefonare a terra da... quattromila metri? O sono cinquemila? A che altezza volano gli aerei?
Più o meno a diecimila metri. Telefonare a terra non è un problema, e lei non deve guardar sotto, ma sopra. Il segnale infatti si spedisce su un satellite e da qui poi viene riflesso giù.
• E come mai non dà più fastidio al pilota?
Sulla faccenda ha lavorato una società svizzera, che si chiama OnAir ed è controllata dalla multinazionale Sita. Air France ha fatto il primo esperimento lo scorso 17 dicembre: su un Parigi-Varsavia è stato permesso ai passeggeri di mandare sms e adoperare il blackberry per ricevere la posta elettronica. Sentiamo direttamente da Francesco Violante, presidente della Sita, come funziona la faccenda: «Il nostro sistema non ha niente a che vedere con quel che succede oggi perché i cellulari dialogano con un picocell, una specie di antenna che trasmette i dati a un satellite che a sua volta li invia a terra, agli operatori. In questo modo l’intensità del segnale è ridotta enormemente - da 2 watt a 2 milliwatt - e le possibilità d’interferenze con gli apparecchi a bordo sono minime». Air France, dopo il test di dicembre, ha stipulato una convenzione con Wind e permetterà l’uso del telefonino a partire da lunedì prossimo sugli A318 in volo da o per Roma, Venezia, Torino, Bologna, Parigi, Londra, Vienna, Barcellona, Copenhagen.
• Senta, c’è proprio bisogno di tenere il telefonino accesa anche per per l’ora o le due ore di durata del viaggio aereo? Oltre tutto ormai ci siamo tutti abituati a tenerlo spento.
Mica vero. Graham Lake, direttore commerciale della OnAir, ha fatto sapere che una percentuale di passeggeri e – pazzesco – degli equipaggi compresa tra il 10 e il 25% insiste a tenere il telefonino acceso in volo nonostante il divieto. Un Milano-Bari dello scorso 19 gennaio ha dovuto interrompere il decollo perché tre passeggeri non avevano spento il cellulare e uno stava ancora parlando quando sono arrivati i poliziotti. Un altro ha risposto alle contestazioni dicend «Ma chi vuole che mi chiami alle sei di mattina...» Non sapeva che per creare disturbi è sufficiente che il cellulare sia acceso, non c’è bisogno di parlare. Ma il caso più clamoroso s’è verificato all’aeroporto giapponese di Haneda lo scorso giugno. Un tizio di 34 anni aveva cinque telefonini e due erano accesi. La polizia lo ha ammanettato e lui se n’è uscito con questa frase: «Ho molto da fare e ho troppi cellulari, non riesco a spegnerli tutti quando arriva il momento». Questa gente non sa di rischiare tre mesi di carcere e una multa di 200 euro. Il Codacons vorrebbe che fossero condannati per attentato alla sicurezza del volo, vale a dire cinque anni.
• Costerà molto chiamare da lassù?
La Commissione europea dice che vigilerà sulle tariffe. Io sono favorevole a salassarli, almeno nei viaggi corti. Se non riescono a star zitti per un’ora! Comunque per ora sembrano intenzionate ad usare la tecnologia OnAir solo Air France, Tap (i portoghesi) e Ryanair. Entro il 2010 si prevede di fatturare due miliardi di euro solo in Europa, con un’utenza di cento milioni di persone. Si prevede di addebitare al passeggero due euro al minuto e quaranta centesimi per gli sms. Nel 2004 un’inchiesta appurò che il 28% era pronto a pagare 5 euro al minuto. Lo vede che è giusto salassarli? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 9/4/2008]
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