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 2008  aprile 09 Mercoledì calendario

L’attore Carlo Croccolo, 81 anni, ha svelato che tanto tempo fa ebbe una relazione con Marilyn Monroe: « durata soltanto tre mesi ma io ero pazzamente innamorato

L’attore Carlo Croccolo, 81 anni, ha svelato che tanto tempo fa ebbe una relazione con Marilyn Monroe: « durata soltanto tre mesi ma io ero pazzamente innamorato. Solo che stare con lei era un inferno. L’ho conosciuta nel periodo peggiore della sua vita: sarebbe morta circa un anno dopo, nel 1962. Era appena uscita da una casa di cura e stava combattendo con una brutta depressione arrivata dopo la fine della storia con Yves Montand. Lui l’aveva trattata malissimo e lei aveva sofferto molto, come era accaduto anche con Arthur Miller, il suo terzo marito, un mascalzone che la picchiava». I due si incontrarono a una festa a Los Angeles: «Ero solo, lei mi vide. Allora ero rosso di capelli e stavo bevendo whisky. Si avvicinò e mi chiese se ero irlandese. Mi misi a ridere: che irlandese, sono italiano, napoletano. Cominciò a ridere anche lei: un napoletano con i capelli rossi, non ci credo! Cominciammo a chiacchierare, a un certo punto venne il suo fotografo e si allontanarono per fare degli scatti. Ma prima mi chiese dove abitavo. Dissi che ero all’Hollywood Plaza Hotel e per quella sera non la vidi più». Passò una settimana e, nel racconto dell’attore, fu la Monroe a farsi viva: «Erano le due di notte. Chuck, mi disse - mi chiamava così, non so perché - vieni sto male. Era sola e andai a prenderle delle medicine perché aveva bisogno di dormire. Non bisogna pensare alla Marilyn che tutti celebrano, ma a una donna con un morboso bisogno d’affetto che ormai nessuno voleva più darle». Croccolo racconta che l’attrice «era stupenda ma grassottella come tutte le donne di cinquant’anni fa» e aveva pure «un po’ di cellulite»: «Cominciava a bere alle 8 del mattino, sfido chiunque a rimanere magro con mezza bottiglia in corpo già da quell’ora. Per tutto il tempo che siamo stati insieme ho fatto di tutto per farla smettere. Purtroppo non ci sono riuscito. Certo, non era facile fare il cavalier servente, nemmeno per una donna così straordinaria, ma era l’unico modo per stare con Norma. Dovevi accettare tutto di lei, anche il fatto che, magari ubriaca, conosceva uno e spariva con lui per giorni. Io l’ho accettato finché, un giorno, non ce l’ho fatta più e sono fuggito».