
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Berlusconi ha parlato ai giovani industriali riuniti a Santa Margherita Ligure. stato accolto da molti applausi e da qualche fischio dei comunisti di Marco Ferrando, venuti apposta per contestarlo. Niente di grave. Le notizie uscite fuori dall’incontro sono due. Prima motizia: nel prossimo consiglio dei ministri verranno proibite le intercettazioni telefoniche che non facciano parte di indagini sulla criminalità organizzata o sulle formazioni terroristiche, proibizione assoluta anche di pubblicare le trascrizioni delle telefonate, con multe pesantissime per giornalisti ed editori. Seconda notizia: la crisi economica c’è.
• E il fatto che s’è sentito male? Non è una notizia?
Un leggero malore, da non drammatizzare. Ha chiesto un bicchier d’acqua, l’hanno portato in camera, un medico gli ha dato un’occhiata e poi il Cavaliere s’è ripreso ed è tornato in sala a discutere. Niente di drammatico.
• La storia della crisi economica è vera? Avevo sentito che ne eravamo venuti fuori.
La crisi economica c’è. Persino il provvedimento sulle intercettazioni telefoniche, odioso per la parte che riguarda il divieto di pubblicazione (è una limitazione della libertà di stampa), non insensato per la parte che concerne la magistratura, la quale ne ha abusato e con risultati troppe volte troppo discutibili, ha poi un fondamento economico molto serio: nel 2005, in base a un’indagine Eurispes, le intercettazioni ci sono costate 307 milioni di euro.
• Tagliarle sarà economicamente significativo?
Tremonti gira dicendo ai suoi colleghi ministri: «In questo governo non ci sono ministri con il portafoglio». Frase che significa: nessuno di voi, in realtà, ha soldi. Riceve i colleghi tutti i giovedì per concordare le cose da tagliare. La disperazione è generale, perché i politici sono abituati a farsi belli con i loro elettori distribuendo denari. Alfano, il ministro della Giustizia, spera di cavarsela col taglio delle intercettazioni e basta. Ma dubito che sarà così. Brunetta ha detto che per arrivare al pareggio nel 2011 bisogna fare sacrifici per 12 miliardi l’anno almeno. un miliardo a ministero, di media.
• Quindi, quando Berlusconi dice che la crisi c’è, parla dei conti dello Stato?
No, parla del prezzo del petrolio, ormai a 140 dollari, e dell’aumento di prezzo delle altre materie prime, soprattutto i generi alimentari. I camionisti hanno proclamato quattro giorni di sciopero dell’autotrasporto e sono stati convocati dal loro ministro per domani. Lì il problema è il prezzo del gasolio, che non si può ricaricare automaticamente sulle merci o sul costo del servizio. lo stesso problema che hanno i pescatori, i quali non escono più in mare perché il costo del viaggio gli costa più di quanto realizzerebbero vendendo il pesce ai grossisti (nelle pescherie c’è solo pesce d’allevamento o importato dall’estero). lo stesso problema che hanno i produttori di latte, a cui l’impennata del prezzo dei mangimi ha messo fuori mercato il loro prodotto. Anche loro producono in perdita. Idem per i suinicultori o gli allevatori di bestiame da carne, di cui sentiremo presto le grida. Tutto un quadro complicato dal sistema dei sussidi europei, che rende il mercato per tanti aspetti indecifrabile.
• Ma dalla crisi delle banche, quella roba dei mutui, siamo usciti o no?
Per niente. Nessuno mi leva dalla testa che l’aumento del tasso d’interesse annunciato per luglio da Trichet serva anche a far guadagnare qualcosa alle banche. Sta venendo fuori che gli americani, grazie al dollaro basso, ogni tanto riescono a respirare. Mentre le perdite si fanno sempre più evidenti proprio in Europa. Ogni giorno leggiamo di qualche grosso istituto, specialmente svizzero, che annuncia perdite. Sa che anche il nostro ministero del Tesoro è rimasto impigliato con i derivati? Nel 2007 ha perso soldi per 600 milioni. Venerdì sera le Borse sono andate giù di brutto. Non è un caso. [Giorgio dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/6/2008]
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