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 2008  giugno 08 Domenica calendario

FRANCESCO OLIVO


FRANCESCO MOSCATELLI
Forse, con i prezzi del petrolio che corrono, un tour automobilistico dell’Europa non è esattamente una vacanza economica. Ma per fermare i duri e puri dell’estate «on the road» potrebbero bastare i codici stradali dei 27 Paesi membri. Un’Europa senza frontiere, da dietro il parabrezza, rimane pura utopia. L’infrazione è dietro l’angolo. Pardon, passato il confine.
A parte l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza e il divieto di usare il cellulare, ogni Paese ha le sue regole e sanzioni. Le principali riguardano il ritiro della patente, i pedaggi autostradali, i dispositivi di sicurezza da tenere a bordo e la quantità di alcol tollerata. Mettersi al volante dopo aver bevuto è sempre pericoloso. In alcuni Paesi, però, sei fuorilegge con una birretta, in altri solo dopo un cocktail a base di superalcolici. Vige il tasso zero in Repubblica Ceca, Estonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. Si sfiora il grammo di alcol per litro di sangue (il doppio dell’Italia) in Irlanda, Malta, Regno Unito e Cipro. Le pene per chi esagera sono pesantissime. Frontiera dopo frontiera cambiano soprattutto le sanzioni: se in Francia il test del palloncino è obbligatorio solo in caso di incidente con feriti, in Spagna la guida sotto l’effetto dell’alcol è punita con l’arresto da 8 a 12 settimane e con il ritiro immediato della patente. In Austria le multe arrivano a 5.813 euro. Se poi ad avere alzato un po’ troppo il gomito è uno straniero, gli può essere negato il diritto di guidare in territorio austriaco.
Ma il vero Far West, al di là dei codici della strada, riguarda il pagamento delle contravvenzioni. A parte qualche Paese (Francia, Portogallo, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca) in cui la polizia può riscuotere quanto dovuto sul posto, per gli altri l’unica soluzione sembra essere la rassegnazione. Se il turista è irreprensibile paga. Altrimenti torna a casa con la multa non pagata nel cruscotto, a mo’ di souvenir.
Sul tavolo del commissario europeo dei Trasporti, Antonio Tajani, comunque, c’è un progetto che potrebbe mettere fine a questa situazione. L’hanno battezzata «multe senza frontiere» ed è la nuova direttiva della Commissione di Bruxelles in tema di sicurezza stradale. Prevede una rete informatica per lo scambio delle contravvenzioni, con un cervellone centrale capace di rintracciare il proprietario dell’auto e di informare le amministrazioni competenti. Lo spirito è chiaro: chi viola il codice della strada, da Rovaniemi a Lisbona, non può rimanere impunito. La sicurezza stradale comincia dal rispetto delle regole. E la Commissione Europea, nel 2001, si era ripromessa di abbattere in dieci anni il numero di morti sulle strade. Dai 54 mila di sette anni fa si è passati ai 43 mila dell’anno scorso, ma è ancora troppo poco.
Sull’altro fronte, però, con una velocità invidiata da qualunque istituzione, si sta muovendo il popolo dei furbi. Contro la selva degli autovelox c’è il sito www.navx.com che, pagato il dovuto, fornisce la mappa aggiornata dei rilevatori di velocità, pronta da scaricare sul navigatore satellitare. Nella versione più diabolica basta inviare un sms dal cellulare con l’itinerario. Il servizio, in questo caso, ha i tempi di un’agenzia di stampa.

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