Federico Fubini, Corriere della Sera 8/6/2008, 8 giugno 2008
Un tempo si assaltavano i palazzi di mattoni, oggi quelli virtuali: in Malesia, uno hacker ha disegnato un teschio sul sito del premier Abdullah Ahmad Badawi per protesta contro la sua decisione di alzare il prezzo della benzina del 41%
Un tempo si assaltavano i palazzi di mattoni, oggi quelli virtuali: in Malesia, uno hacker ha disegnato un teschio sul sito del premier Abdullah Ahmad Badawi per protesta contro la sua decisione di alzare il prezzo della benzina del 41%. Il governo di Kuala Lumpur non aveva scelta: i sussidi versati per tenere fermi i prezzi al consumo di carburante, mentre il barile saliva a quasi 140 dollari, pesano ormai per il 7% del prodotto lordo malese. L’India è in una situazione simile, paralizzata dagli scioperi perché il governo ha ritirato parte degli aiuti sulla benzina. In Indonesia poi si sono moltiplicate le proteste contro il governo per lo stesso motivo. La fine dei sussidi provoca problemi politici in Asia, ma prima ancora gli aiuti stessi avevano ridotto i prezzi, alimentato il consumo di carburanti, quindi la domanda globale di petrolio e i prezzi. Anche per l’Europa e per il settore alimentare. Se questi sono i «fatti nuovi » di Tremonti, per alcuni l’equazione sta cambiando: secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, il ritiro dei sussidi contribuirà al calo della domanda di petrolio nel 2008 da oltre 88 a 87 milioni di barili al giorno. L’inflazione da materie prime potrebbe frenare.