Corriere della Sera 8/6/2008 (Sergio Romano), 8 giugno 2008
La sedentarizzazione Caro Romano, al suo intervento «I romeni e i rom in Italia. Storie di successi e povertà» vorrei aggiungere che non è del tutto esatto che solo Stalin sia riuscito a sedentarizzare i rom
La sedentarizzazione Caro Romano, al suo intervento «I romeni e i rom in Italia. Storie di successi e povertà» vorrei aggiungere che non è del tutto esatto che solo Stalin sia riuscito a sedentarizzare i rom. In diverse parti d’Europa esistono comunità rom insediatesi molto tempo fa: penso, fra le altre, a quelle che abitano nella regione slovena di Prekmurje, nel Burgenland in Austria e in diverse regioni croate. L’esperienza in questi e in altri casi mostra che là dove si favorisce la partecipazione dei rom ad attività economiche e alla vita del territorio i gruppi Rom tendono a «stabilizzarsi» e ad avviarsi poi verso forme di integrazione piena. Naturalmente la mia precisazione va nello stesso senso delle sue considerazioni, nell’ottica cioè di lavorare seriamente sull’integrazione dei rom in stretta collaborazione con l’Europa e specialmente con quei Paesi europei in cui le politiche di integrazione hanno sinora dato i risultati migliori. Antonio Bultrini Università di Firenze Sembra che anche in Spagna, dove esiste da lungo tempo una forte comunità gitana, siano stati raggiunti risultati positivi. Ma esistono purtroppo anche tentativi d’insediamento apparentemente riusciti e successivamente falliti. accaduto in Slovacchia dove i rom, durante il regime comunista, furono impiegati nelle fabbriche d’armamenti e alloggiati in case popolari. Quando le fabbriche vennero chiuse, dopo il crollo del sistema sovietico, i rom «cannibalizzarono» le loro abitazioni e divennero nuovamente girovaghi. Ma questi esempi non esimono i governi europei dall’obbligo di lavorare all’integrazione dei rom nelle nostre società.