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 2012  gennaio 31 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Alla fine l’accordo europeo per cominciare a mettere in comune le politiche fiscali e di bilancio è stato raggiunto. Si tratta di un accordo a 25, dato che, dopo la Gran Bretagna, ha detto di no anche la Repubblica Ceca. La Polonia, invece, dopo una lunga resistenza ha ceduto, ottenendo che si tengano tre riunioni l’anno invece di due: a una di queste riunioni saranno ammessi anche i Paesi della Ue che non adottando ancota l’euro (come, appunto, la Polonia).

• Che ha detto Mario Monti?

Il nostro premier si è dichiarato particolarmente soddisfatto: «Non ci sono ulteriori appesantimento o aggravi sul fronte del rigore per quanto concerne il debito. L’Europa siede su una roccia forte». Il nostro presidente del Consiglio aveva anche altre ragioni per fregarsi le mani: la vendita dei Btp è andata bene,

A che prezzo sono stati piazzati?

Quelli a dieci anni, per un importo di due miliardi, sono stati collocati al 6,08% (dal 6,98, quindi quasi un punto in meno); quelli a cinque anni (3 miliardi e 570 milioni) hanno spuntato il 5,39 contro il precedente 6,47. Sul secondario lo spread è tuttavia leggermente risalito fin quasi a 430 punti base.

• Vogliamo chiarire le caratteristiche dell’ accordo siglato ieri?

Si tratta del “Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione monetaria”. Sedici articoli, suddivisi in 6 capitoli. I 25 Stati si sono impegnarsi a tenere il deficit (entrate meno uscite) in equilibrio o con un dislivello massimo dello 0,5%. Se il deficit dovesse superare il 3% scatterebbero sanzioni automatiche fino all’1 per mille del Pil (per noi significherebbe una multa da 20 miliardi). Il rapporto tra debito e Pil deve restare al 60% e per i Paesi che sforano o hanno sforato (tra i quali l’Italia, che sta oltre il 120) si impone un rientro a colpi del 5% l’anno. Qui Monti dovrebbe ottenere un ammorbidimento, dato che nel computo del debito si terrà conto anche del risparmio delle nostre famiglie e del nostro sistema pensionistico (che l’Europa giudica migliorato in modo decisivo). Infine la questione del fondo Esm, in funzione dal prossimo luglio. I tedeschi non intendono farlo più ricco dei 500 miliardi previsti. Monti insiste per renderlo più cospicuo (750 miliardi), parendogli 500 miliardi, nella situazione presente (Grecia eccetera), ben poca cosa.

• Che aria tirava a Bruxelles nei confronti dell’Italia?

Buona. Il premier lussemburghese Junker ha dett «Mi sembra che l’Italia abbia ritrovato il cammino della ragione». Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha citato le misure adottate da Spagna e Italia ammettendo che «che stanno funzionando, lo hanno riconosciuto anche i mercati». Nessuno si è impressionato per la nuova dichiarazione di Moody’s, secondo cui le misure adottate da Monti avranno un forte effetto depressivo, ridurranno il Pil dell’1% e faranno aumentare la disoccupazione dall’8,2 all’8,8%. Avevo letto da altre parti stime ancor più pessimistiche, almeno relativamente al Pil.

Ci sono novità sulla Grecia?

Sull’argomento è stato convocato un vertice per l’8 febbraio. La Merkel voleva commissariare il Paese, ideache ha provocato una vera e propria sollevazione, dato che si tratterebbe di rinunciare del tutto – e non si sa per quanto tempo – alla propria sovranità. Le richieste che fa la troika formata da un rappresentante della Bce, uno del Fmi e un altro dell’Unione europea non sono meno devastanti: riduzione dello stipendio minimo garantito, abolizione della 13esima e della 14esima mensilità, taglio dei sussidi pensionistici, licenziamenti di migliaia di dipendenti del settore pubblico (10mila soltanto entro la fine di marzo). I sindacati hanno risposto che in questo modo si cancellerebbero di colpo cinquant’anni di conquiste. Neanche i leader dei partiti sono dell’idea. Invece dovrebbe essere prossimo un accordo tra lo Stato greco e i creditori privati. Atene ha bisogno di un altro prestito da 120 miliardi, e non ha troppa forte negoziale.

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 31 gennaio 2012
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