Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è uno yacht francese fermo davanti al Corno d’Africa perché assaltato dai pirati e assediato da unità della marina francese e americana che studiano il modo di neutralizzare i delinquenti senza mettere in pericolo la vita dei 34 uomini d’equipaggio.
• Non ci sono passeggeri a bordo?
No. Lo yacht si chiama Le Ponant, lo affittano ai turisti ricchi per far crociere. 32 cabine, piscina, ristorante, tre alberi, vele, 88 metri di lunghezza, 850 tonnellate di stazza. La società armatrice è la Compagnie des Iles du Ponant. Ha un portavoce, di nome Guillaume Foucault, il quale ha assicurato che a bordo non ci sono passeggeri. Lo yacht si stava trasferendo dalla Somalia allo Yemen e avrebbe poi fatto rotta verso il Mediterraneo risalendo il Mar Rosso. stato bloccato a metà strada. Ma i pirati devono essersi sbagliati: senza i passeggeri non c’è molto da rapinare, se non forse la nave stessa. Cosa che ogni tanto capita e capitava anche ai tempi della pirateria classica: ti lascio la barca mia e mi prendo la tua perché è più bella e ti dico che non è neanche un furto ma solo un baratto. Ragionamenti da pirati, ma in questo caso non so neanche se lo yacht sarebbe un grande affare. I pirati cercano navi veloci e forse avere a che fare con un tre alberi a vela, per il modo con cui adoperano le barche, può essere un impiccio.
• Cioè, lei mi conferma che non è un episodio così, una stravaganza di ieri sera, lei sta dicendo che i pirati esistono sul serio?
Certo. E sono un problema. Faccia questo calcolo: la superficie del pianeta è occupata per quattro quinti dall’acqua. In mare, dunque, è come se ci trovassimo in un luogo cinque volte più grande del posto dove siamo abituati a stare. Al largo delle coste le possibilità di infrangere la legge sono moltiplicate per mille e infatti questo è uno dei problemi più grandi. Le singole nazioni hanno giurisdizione su una zona limitata, quella più prospiciente alla costa (in genere dodici chilometri). Al di là di quel confine, siamo nella terra di nessuno. Non ci si pensa, ma è un mondo a parte, popolato da un’umanità quasi impossibile da immaginare, gente che cerca tesori sotto l’acqua (tre milioni di carcasse e cinquemila hanno a bordo tesori inestimabili) o tenta la fortuna con trasporti pericolosi oppure si dà alla caccia dell’imbarcazione ricca o con gente facoltosa a bordo da sequestrare. Fino alla pirateria più banale, dei ladri che saltano dentro le barche di notte e le svaligiano, come è successo a Bari sei mesi fa.
• E la consistenza di questo fenomeno?
Gli assalti oscillano tra i trecento e i cinquecento l’anno. Una volta su tre ci scappa il morto. I pirati di adesso indossano mute da sub o tute mimetiche nere, si presentano armati con M-16, kalashnikov, magnum 44, granate. Navigano su gommoni o motoscafi. Più raramente ricorrono a navi merci. Adoperano telefoni satellitari, attaccano sperondando l’imbarcazione vittima, arpionandola e legandola poi con cavi d’acciaio.
• E dove si rifugiano poi? Esiste qualcosa che assomigli alla Tortuga?
Adesso uno dei mari più infestati è proprio quello di ieri sera, cioè quello al largo della Somalia. La nascita di una pirateria molto pericolosa in quel punto del mondo è dovuta alla lunga instabilità politica e alle guerre che hanno tormentato quei Paesi. I pirati sono dei malavitosi come gli altri, e la guerra li moltiplica. Solo che hanno a disposizione un bottino teorico enormemente più grande di quello dei banditi normali: l’80 per cento di tutte le merci viaggia per mare, per un ingombro di 6 miliardi di tonnellate cubiche di cargo all’anno. Il 75 per cento di questa roba passa obbligatoriamente attraverso cinque strozzature: Panama, Suez, Gibilterra, Hormuz, Malacca. Ai pirati basta stare in agguato e assicurarsi un rifugio sicuro. La metà di tutti i colpi avviene nella zona dello stretto di Malacca, tra Singapore e la Malesia. Il bottino è uguale a 400 milioni di euro la settimana, 22 miliardi di euro l’anno. Un quarto di quello che fattura la nostra criminalità organizzata, ma problematico lo stesso.
• Eliminarli del tutto sarebbe possibile? Questo assedio di navi francesi e americane davanti al Corno d’Africa non potrebbe essere un inizio?
Le agenzie dicono che Sarkozy ha chiamato alla mobilitazione generale tutte le unità che si trovano sul posto. Ma a sradicarli del tutto ci sono riusciti solo Pompeo, al tempo degli antichi romani, che aveva da controllare solo il Mediterraneo. E per un po’ di decenni gli inglesi, all’epoca della prima Elisabetta. Ma sa come? Facendoseli alleati. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/4/2008]
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