13 giugno 1971
Manifesto dell’Espresso contro Calabresi
• Il settimanale L’espresso in edicola con la data di oggi pubblica,
a margine di un articolo di Camilla Cederna intitolato “Colpi di scena e colpi
di karate. Gli ultimi incredibili sviluppi del caso Pinelli”, una lettera aperta
sulla vicenda dell’anarchico precipitato la notte del 15 dicembre 1969 da una
finestra della questura di Milano. Il documento, sottoscritto da dieci
firmatari, chiede la destituzione di alcuni magistrati e del questore di Milano
perché ritenuti artefici di errori e omissioni nell’accertamento della verità
riguardo alla morte di Giuseppe Pinelli, parla di «commissari torturatori», di
«giudici indegni» e indica esplicitamente nel commissario Luigi Calabresi il
responsabile della fine di Pinelli. Alla lettera aperta aderiranno con la loro
firma in due settimane oltre 750 personalità del mondo della politica, della
cultura, del giornalismo. [Leggi qui il testo]
• «La parata firmaiola più spettacolare, di ben ottocento
eccellenti, fu quella che dilagò sulle pagine dell’Espresso (...). Nella parata
sfilavano tanti vip della cultura di sinistra. Dai filosofi ai registi, dai
pittori agli editori, dagli storici agli scienziati, dagli architetti agli
scrittori, dai politici ai sindacalisti, sino a un buon numero di giornalisti
(...): Norberto Bobbio, Federico Fellini, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo
Pasolini, Vito Laterza, Giulio Einaudi, Inge Feltrinelli, Gae Aulenti, Paolo
Portoghesi, Alberto Moravia, Toni Negri, Umberto Terracini, Giorgio Amendola,
Paolo Spriano, Lucio Villari, Margherita Hack, Dario Fo, Giorgio Benvenuto,
Pierre Carniti, Ugo Gregoretti, Paolo e Vittorio Taviani, Eugenio Scalfari,
Giorgio Bocca, Furio Colombo, Carlo Rognoni, Morando Morandini, Nello Ajello,
Enzo Golino, Giuseppe Turani». [Pansa 2009]
• La lettera aperta dell’Espresso
«non era una condanna a morte ma un atto di ribellione contro uno Stato che
insabbiava le inchieste e i processi». [Sofri 2009]