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 2016  marzo 05 Sabato calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Gli altri due italiani sequestrati in Libia lo scorso luglio sono vivi e si sono liberati da sé dalla prigionia, stando a quanto hanno dichiarato. Diciamo «gli altri due» perché i sequestrati di luglio erano quattro, e dei primi due, Fausto Piano e Salvatore Failla, abbiamo raccontato ieri l’uccisione, avvenuta in circostanze ancora tutte da chiarire. I nostri due connazionali che l’hanno scampata si chiamano Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Pollicardo è di Monterosso, nelle Cinque Terre liguri, ha 55 anni, è sposato. Calcagno è un tecnico dell’Eni di Piazza Armerina (Enna), ha 65 anni, moglie e due figli. I due paesi sono naturalmente in festa e aspettano con ansia i loro concittadini che tornano in Italia oggi.

Come hanno fatto a liberarsi da soli?
Guardi che anche in questo caso ci sono molte versioni, e non si riesce ancora a capire granché. Quella più probabile sembra questa: Pollicardo e Calcagno, la notte tra mercoledì e giovedì, hanno capito che la prigione in cui erano stati rinchiusi, nella periferia sud della città di Sabrata, era stata abbandonata. Hanno preso coraggio, hanno sfondato la porta e sono usciti in strada, chiedendo ai passanti, bussando alle case, riuscendo infine a far capire chi erano. È arrivata la polizia e li ha portati nei suoi uffici. Da qui i due hanno telefonato alla famiglie, garantendo sulle loro buone condizioni di salute. Hanno anche scritto un biglietto che hanno poi filmato e messo in rete: «Io sono Gino Pollicarpo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 (sic
) siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente ma psicologicamente devastati abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia». Rientreranno a Roma oggi, ma prima di riabbracciare i compaesani dovranno rispondere alle domande del magistrato romano Sergio Colaiocco, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda.  

Come si spiega che due siano morti e due si siano salvati?
Uno dei molti racconti di ieri dice che Pollicarpo e Calcagno erano tenuti prigionieri in una casa di Tallil, a tre chilometri da Sabrata, dove sono morti Piano e Failla. Erano stati venduti a un’altra banda? Impossibile rispondere adesso. Pare che il sequestro sia stato messo in atto da predoni locali, e che solo negli ultimi giorni (forse) siano intervenuti quelli dell’Isis o comunque personaggi legati in qualche modo al Califfo. L’autista che lo scorso luglio doveva riportare i quattro a Melillah è certamente complice del rapimento e infatti è stato arrestato.  

Quali sono le altre versioni su tutta la faccenda?
Le fonti locali non accreditano la versione secondo cui si sarebbero liberati da soli. Secondo il quotidiano on line Assabah News, le forze di sicurezza locali avrebbero ingaggiato uno scontro a fuoco con sei terroristi, tra cui una donna tunisina che avrebbe azionato la sua cintura esplosiva uccidendo anche due suoi figli. I miliziani avrebbero quindi trovato i due italiani in una casa nei pressi di una fabbrica di mattoni nel sud della città e li avrebbero liberati. Il generale Hussein al Zawadi, sindaco di Sabrata, conferma la storia terribile della donna che s’è fatta saltare in aria uccidendo due suoi figli, ma dice che la prigione non era una fabbrica di mattoni, ma la casa di una famiglia marocchina. Secondo lui, erano stati abbandonati nella loro prigione da sette giorni, senza acqua né cibo. Sarebbero stati ritrovati non l’altro ieri ma lunedì mattina. Altri raccontano che i banditi erano tunisini e volevano dodici milioni. Eccetera. Insomma, è ancora tutto da chiarire.  

Sui banditi, però, nel corso di questi mesi si sarà capito qualcosa di più.
S’è capito che è stato un sequestro strano. Alle famiglie sono arrivate telefonate e anche prove del fatto che i quattro erano in vita. Ma niente di solido, mai una vera e propria trattativa. Il sequestro è avvenuto troppo tempo fa perché si possa collegare alla possibile posizione apicale dell’Italia nella prossima, eventuale missione occidentale in Libia. Però Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha spiegato che «i bombardamenti americani su Sabrata del 19 febbraio hanno cambiato lo scenario in quella zona e determinato ripercussioni che hanno portato le milizie a tentare di riprendere le posizioni».  

Ma questa missione in Libia ci sarà o noi? E saremo noi a guidarla con un contingente di cinquemila soldati?
La speranza è che nasca un governo libico unitario, capace di mettere d’accordo quelli di Tripoli e quelli di Tobruk. In questo caso forse lo scenario cambierebbe e Renzi potrebbe magari tentare di manovrare per evitare un nostro intervento in guerra. I sondaggi dicono infatti che gli italiani sono assolutamente d’accordo con l’idea che il terrorismo vada combattuto a fondo. Ma andare in guerra è un’altra cosa: la stragrande maggioranza, non importa se incoerentemente, non vuole.   (leggi)

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