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 2010  gennaio 18 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Frattini, Sacconi, Brunetta, Cicchitto, altri ex socialisti, la moglie, i due figli hanno ricordato ieri mattina, con una cerimonia nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet (Tunisia), la morte, avvenuta proprio laggiù il 19 gennaio 2000 (dieci anni domani), di Bettino Craxi, leader per tre lustri del Psi, personaggio chiave della storia politica recente, centro di tutti gli anatemi suscitati da Mani Pulite e causa involontaria, da ultimo, di altre lacerazioni, dovute all’idea milanese di dedicargli una strada. Se il peso politico del personaggio è indiscutibile, è anche vero – s’è detto da parte di chi ha avversato l’idea della via – che egli è morto nella condizione giuridica del latitante, condannato, con due sentenze passate in giudicato, a un totale di dieci anni di reclusione per corruzione nel processo Eni-Sai e per le mazzette corse durante la costruzione della metropolitana milanese.

E’ una storia che tutti raccontano alla rovescia. Partendo da condanne e latitanza.
Sì, e non è giusto. Pesa un giudizio storico (e un dubbio) su Craxi e la politica del Psi negli anni che lo riguardano. E pesa un giudizio storico (e un dubbio) sul modo con cui fu condotta l’inchiesta di Mani Pulite, che disintegrò il Psi, la Dc e gli altri partiti che ruotavano a quel tempo intorno ai governi, e lasciò intatto il Pci, che pigliava soldi come minimo dalle cooperative e dai russi. La classe politica del 1992 fece una figura penosa di fronte al grande discorso di Craxi, quello pronunciato al momento della fiducia al governo Amato (3 luglio 1992), in cui il segretario dichiarò che nessuno era innocente in quel Parlamento, che tutti i partiti s’erano finanziati attraverso le tangenti e che chi avesse sostenuto il contrario avrebbe dovuto essere considerato uno spergiuro. Nessun uomo politico si alzò a contraddirlo. Adesso il giudice D’Ambrosio ammette che quel discorso fu onesto. E Fassino ha dichiarato poi che gli altri partiti «speravano di farla franca e lasciarono Bettino da solo».

Quindi, un innocente.
Non lo so. Di sicuro un colpevole dal punto di vista politico: parlò per primo della necessità di riformare lo Stato, ma non gli venne in mente che il problema da affrontare era quello della corruzione, in generale, e in particolare dell’impossibilità di continuare a finanziare i partiti col sistema delle tangenti. Sostenere che non ne sapesse niente, come qualcuno ha tentato di fare, è patetico. Non capì il fenomeno della Lega, allora nascente. Non capì il sentimento degli elettori al momento del referendum sulla preferenza unica, commettendo la gaffe doppia di invitare i cittadini ad andare al mare. Ancora a pochi mesi dagli avvisi di garanzia che lo avrebbero travolto, progettava di tornare a Palazzo Chigi. Come si dice: aveva completamente perso la mano. Giuliano Amato sostiene che fu colpa del diabete.

Meriti?
Molti. Portò il partito socialista fuori dall’alveo del marxismo-lenismo, facendogli recuperare le ragioni del riformismo e una tradizione più libertaria, quella di Proudhon. Con questo allineò il Psi nel corteo dei partiti di ispirazione liberale, mettendolo nella tradizione risorgimentale. Era infatti anche un appassionato di quel nostro pezzo di storia, e in particolare di Garibaldi. Gravissima è la responsabilità del Pci di non aver capito che su questo terreno doveva essere costruita un’alleanza tra le due forze e non su quello, puramente agonistico, del dominio a sinistra. All’apparente arroganza di Craxi, i comunisti opposero un’arroganza sostanziale e un’assenza di progettualità che li ha ridotti a quello che sono ora. Craxi diede la prima picconata al sistema della scala mobile, fattore moltiplicante dell’inflazione, che passò, durante il suo governo, dal 16 al 4%.

Ha raddoppiato il debito pubblico.
È vero. Da 234 a 522 miliardi di euro. Adesso però siamo a 1.800 miliardi. Chi è responsabile del resto?

La strada gli va intitolata o no?
No. Ma per questo fatto: a nessuno andrebbe dedicata una strada prima dei cinquant’anni dalla morte. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/1/2010]

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