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 2018  gennaio 16 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni
Il Ministro dell’ Interno è Marco Minniti
Il Ministro degli Affari Esteri è Angelino Alfano
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Valeria Fedeli
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Anna Finocchiaro (senza portafoglio)
Il Ministro dello Sport è Luca Lotti (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno è Claudio De Vincenti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Emmanuel Macron
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Édouard Philippe
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Ram Nath Kovind
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Il futuro governatore Attilio Fontana e la razza bianca

Nel dibattitto politico italiano, in questa campagna elettorale, è entrato anche il tema della «razza bianca» da salvare. Verrebbe quasi da sorridere e lasciar perdere, se non fosse che quest’anno cade l’ottantesimo anniversario del vergognoso Manifesto della razza voluto da Mussolini.  

Com’è uscita fuori «la razza bianca»?
Attilio Fontana, il leghista che in un battibaleno ha preso il posto di Roberto Maroni come candidato del centrodestra in Lombardia, è intervenuto a Radio Padania. A un certo punto, in un lungo ragionamento sull’immigrazione, ha detto: «Noi non possiamo accettarli tutti. Perché se dovessimo accettarli tutti vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi, perché loro sono molto più determinati di noi nell’occupare questo territorio. Quindi noi di fronte a queste affermazioni dobbiamo ribellarci. […] Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società dev’essere cancellata». Qualche ora dopo lo stesso Fontana ha provato a correggersi, dicendo che era stato «un lapsus, un errore espressivo». Ma ormai il guaio era fatto.  

Reazioni?
Indignazione di tutto il centrosinistra. Renzi, pronto: «La Lega parla di invasione e razza bianca. Noi con Giorgio Gori parliamo di innovazione e capitale umano. In Lombardia, come nel resto del paese, il voto del 4 marzo è un derby tra rancore e speranza, tra passato e futuro». Salvini invece ha rincarato la dose: «Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Noi al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese». D’altra parte il centrodestra sta spingendo parecchio sul tema sicurezza. Avrà visto domenica Berlusconi da Barbara D’Urso su Canale 5. Sorriso e cerone d’ordinanza, soliti fogli in mano, s’è messo a sciorinare numeri. «In Italia ogni venti secondi accade un reato. Ogni minuto si verifica un reato di strada, ogni due minuti un furto in appartamento, ogni tre minuti un furto di automobile o di un motociclo, ogni quattro un furto in un negozio o un supermercato. Addirittura ogni due giorni tre rapine in banca, di cui i giornali non danno più notizia perché è diventata un’abitudine». Ciò accadrebbe perché «alla microcriminalità italiana si è aggiunta la criminalità di 476 mila immigrati che sono in Italia e che per mangiare devono delinquere. Colpa di ciò che è successo con l’immigrazione dall’Africa e dal modo con cui il nostro Paese non ha saputo rispondere». Un Cavaliere in piena modalità campagna elettorale, impegnato a recuperare voti attraverso la via più breve, seguendo la strada tracciata dalla Lega sull’immigrazione.   • Ma è solo un copione, nulla di ciò che viene affermato in campagna elettorale sta in piedi.
I dati ufficiali del Viminale smentiscono la tesi di Berlusconi: nel 2017 i delitti sono calati del 9,2%, con una flessione record per gli omicidi del 12% in meno in un anno. Però il Cavaliere è riuscito a far passare il messaggio al pubblico della domenica pomeriggio, ovvero che l’Italia senza di lui al governo è meno sicura. E però lei ha ragione, comunque è bene ricordarci da qui al 4 marzo che siamo in campagna elettorale e tutti i politici, non solo Berlusconi, recitano un copione per raccogliere consenso. È una gara a chi la spara più grossa, a chi promette di più, a chi riesce a stuzzicare meglio gli istinti più bassi degli italiani. Fontana ha tirato fuori il discorso sulla «razza bianca» parlando a Radio Padania. Voleva rassicurare i leghisti duri e puri.  

Avevo letto che questo Fontana era un leghista moderato, non certo una sorta di Salvini.
«Il Pisapia della Lega», «il leghista democristiano», «il leghista mite». Sono solo alcune delle espressioni usate dai giornali nei giorni scorsi per definire Fontana. Il fatto è che, nonostante i toni sempre pacati e la faccia rassicurante, è cresciuto politicamente con Bossi, quando la Lega «ce l’aveva duro» e si scagliava contro terroni e immigrati. Lo stesso Fontana non molto tempo fa ha detto: «Preferisco essere considerato un rozzo leghista, piuttosto che uno spocchioso intellettuale». Questo avvocato classe 1952 ha iniziato la sua carriera politica nel 1995, come sindaco di Induno Olona, il paese vicino a Varese dove suo padre lavorava come medico condotto. Dal 2000 al 2005 è stato presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Erano gli anni di Formigoni governatore. Poi, per un decennio (due mandati), sindaco di Varese, la città natale di Maroni (di cui Fontana è grande amico). Era soprannominato «sindaco in Porsche» perché arrivava in consiglio comunale a bordo della sua Carrera blu (ora gira con una Fiat 500). Berlusconi, che voleva candidare Maria Stella Gelmini al suo posto perché più nota, quando s’è convinto ad appoggiarlo gli ha imposto di tagliarsi la barba.  

• I sondaggi cosa dicono?
Dànno Fontana in vantaggio di 5-6 punti su Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo candidato dal Pd. Il problema di Gori è che non può contare sul sostegno di Liberi e Uguali perché il partito di Grasso e Bersani ha deciso di presentare un suo candidato, Onorio Rosati, consegnando di fatto la Lombardia al centrodestra. (leggi)

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