Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Due arresti per il ragazzo pestato a morte ad Alatri
Ad Alatri i carabinieri hanno fermato e poi portato a Regina Coeli, carcere di Roma, due fratellastri, che sarebbero i protagonisti del pestaggio feroce di sabato notte, quello che ha posto fine alla vita di Emanuele Morganti, vent’anni. I due messi in cella si chiamano Mario Castellacci e Paolo Palmisani, 24 e 27 anni. Castellacci fa il cuoco in un ristorante di Roma. Non li hanno ancora interrogati e mentre scriviamo non c’è neanche la conferma dell’arresto da parte del gip. Problemi anche per trovare i difensori. Gli implicati nel massacro sono nove, oltre ai due fratellastri gli altri sono indagati a piede libero, ma nessun legale vuole prenderseli in carico, perché gira per il paese, e soprattutto per Casette di Tecchiena (provincia di Frosinone, come Alatri), una banda che si proclama amica di Emanuele e va a caccia dei sospettati e s’è presentata anche negli studi dei possibili difensori ammonendoli a lasciare gli indagati nei loro guai, se non volevano a loro volta correre rischi. Ieri questa banda di sedicenti amici del povero giovane morto, convenuti davanti al bar Angel di Tecchiena, gestito dalla madre di quel Gianfranco che nella notte di sabato ha tentato di aiutare Emanuele buscandole a sua volta, ha fatto a botte con altri tizi che sarebbero amici o parenti degli ipotetici assassini, sono volati calci e pugni, auto ferme o di passaggio sono state prese a bastonate, la rissa è continuata fino a che non sono arrivate tre gazzelle dei carabinieri. Facciamo la cronaca di questa barbarie, e non abbiamo ancora un ricostruzione precisa del fatto.
• Ho visto in televisione che ieri il procuratore capo di Frosinone ha incontrato i giornalisti.
Sì, ma mancano ancora parecchi dettagli. Per sommi capi la cosa è andata così. Ore quattro del mattino, discoteca Miro Music Club di piazza Regina Margherita, una folla inverosimile intasa la pista, la musica assorda, un bel po’ di gorilla, probabilmente di origine albanese, si occupano della sicurezza. Emanuele si trova al bancone del bar con Ketty, la sua fidanzata, e ordina un cocktail. Qualcuno vicino a lui ordina lo stesso cocktail. Quando il bicchiere viene messo sul tavolo Emanuele e l’altro avventore cominciano a litigare su chi debba bere primo. Parte qualche sberla, o qualche cazzotto, l’altro è ubriaco (Emanuele no), intervengono i gorilla, prendono Emanuele e lo portano di peso fuori dal locale, mentre Ketty rimane dentro. Sulla piazza Santa Margherita c’è un sacco di gente, e un gruppetto di sconosciuti, tra cui ci sarebbero i due fratellastri arrestati, si avvicina a Emanuele e senza che se ne sia capita la ragione comincia a pestarlo. Emanuele si divincola e scappa, poi torna indietro per prendere la fidanzata rimasta nel locale, il gruppo dei picchiatori - di cui non fa parte l’ubriaco con cui è cominciata la rissa - lo acchiappa di nuovo e gli dà un altro fracco di legnate, il ragazzo riesce a fuggire, quelli lo inseguono, lo riprendono e stavolta salta fuori un crick e con quel crick i teppisti gli spaccano la testa. La corsa al Policlinico di Roma è inutile, Emanuele sopravvive una ventina di ore, poi rende l’anima.
• Non c’è un movente?
Per ora no. Si parla - con molti dubbi - di criminalità di paese, di controllo del territorio. Il pestaggio è stato puro divertimento di gente malvagia? È possibile. A Vigevano il branco portava in giro un ragazzo-vittima legato al guinzaglio come un cane, a Parma stupratori seriali di un Centro sociale hanno violentato per sei anni, filmandola, una povera infelice, eccetera eccetera. Alla fine abbiamo un paio di casi alla settimana. Casi, voglio dire, di violenza idiota, di violenza per la violenza. Ad Alatri il pestaggio è avvenuto nella piazza principale del paese, davanti a molti spettatori, che hanno preferito girarsi dall’altra parte e far finta di niente. I carabinieri incontrano anche qualche resistenza nei loro giri per farsi raccontare i fatti. Omertà, paura, «non mi metto nei guai».
• Il sindaco non dice niente?
Giuseppe Morini, eletto in una coalizione guidata dal Pd. Ha detto che vuol intervenire sui circoli - anche se privati - per impedire orari di chiusura esageratamente tarda e resse come quella di sabato. Il Miro Music per ora è sotto sequestro. Ieri è stato proclamato il lutto cittadino e ieri sera s’è svolta una fiaccolata, gli amici di Emanuele col consigliere comunale dell’opposizione, Roberto Adesse. Il sindaco ha organizzato un’altra fiaccolta per oggi, e vuole costituirsi parte civile al processo.
• Non mi piace quando la politica si butta a pesce su queste tragedie.
Però una responsabilità politica esiste, e direi anche una responsabilità di natura morale, più generale. Tragedie come questa sono anche il risultato di un Paese che non ha guida né punti di riferimento, e dove all’apparenza è possibile che accada qualunque cosa.
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