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 2015  settembre 06 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

A un certo punto il premier ungherese Orban ha telefonato alla Merkel e al cancelliere austriaco Werner Faymann. Mentre i tre si consultavano, migliaia di disperati stavano marciando a piedi sulla M1, l’autostrada che congiunge Budapest e Vienna, decisi a passare la frontiera con la forza del loro essere massa. Orban, Merkel e Faynmann devono anche aver saputo che un sacco di gente aiutava i poveri marciatori, gli automobilisti davano passaggi e offrivano generi di conforto, altri scavalcavano le barriere giungendo dalle campagne, intanto parecchie associazioni ungheresi, austriache e tedesche davano l’annuncio di una mobilitazione generale per soccorrere quei poveri cristi. Sicché l’austriaco e la tedesca hanno deciso di aprire le frontiere e accogliere tutti quanti. Orban ha mandato dei pullman, senza rinunciare però all’ultima sgarberia: avrebbe caricato i migranti sugli autobus e li avrebbe trasportati al confine, ma fermandosi un po’ prima della mèta. I migranti avrebbero dovuto percorrere l’ultimo tratto ai piedi.

Alcuni però hanno preso il treno. Lo so perché ho visto i video del loro arrivo.
Sì, i pullman non sono bastati, a Budapest c’è stato un altro assalto ai treni che stavolta sono partiti. I video mostrano gli arrivi alle stazioni di Monaco, Vienna e Salisburgo. E che cosa vediamo? Vediamo un’accoglienza straordinaria, tedeschi e austriaci che cantano l’Inno alla gioia di Beethoven, e gridano benvenuti, e offrono piatti con un po’ di cibo, stringono mani, porgono caramelle, tirano fuori da certe buste abiti, giocattoli, peluche oppure zainetti pieni di penne, matite e quaderni. Ed è straordinario anche vedere i profughi che sorridono, e si commuovono, perché purtroppo siamo abituati a vederli stremati, con gli occhi chiusi, quasi morti. Quindi è possibile sperare...  

I buoni e i cattivi. Ogni tanto ci capita di pigliare le cose per questo verso.
È successo qualcosa, ed è in atto una mobilitazione generale di solidarietà, con forte tentazione di far qualcosa anche da parte degli Stati Uniti, che per ora si trattengono (ne ha parlato ieri il “New York Times”). Questa reazione finalmente umana ha fatto sì che i populisti di ieri siano apparsi a un tratto “cattivi”, condizione piuttosto scomoda. Gli ungheresi, per esempio, sono cattivi?   • Lo dica lei.
Quella cosa di far fermare i pullman prima... E il portavoce del governo, Zoltan Kovacs, che s’è affrettato a precisare, rispetto alle decisioni di ieri: «La misura è stata unica ed eccezionale». Che bisogno c’era di dichiararlo con tanta fretta, quando gli stessi ungheresi (il popolo, voglio dire) si sono precipitati ad aiutare quei poveracci? Ma accade questa cosa singolare, e notata ieri, nel suo editoriale, da Gian Antonio Stella: che i paesi impegnati adesso a fare i duri e a negare ogni solidarietà sono gli stessi che fino a un quarto di secolo fa erano governati dai comunisti e i cui profughi - perseguitati da quei regimi - venivano accolti senza remore, e con enorme simpatia, in Occidente. I 160 chilometri di filo spinato bulgaro, i 175 chilometri di muro ungherese, la marchiatura col pennarello della polizia ceca, i 140 gruppi xenofobi censiti in Russia, il traffico di nostalgie naziste che fiorisce in Polonia... Beh, sì, diciamolo semplicemente: i politici di quei paesi e quelli che li sostengono sono cattivi. Quelli che adesso stanno aiutando i migranti invece sono buoni.  

I cattivi da noi sarebbero Grillo e Salvini.
Purtroppo sì. Salvini ieri non ha detto una parola, forse sentendo che il vento soffia all’improvviso da un’altra parte. Grillo è inquieto e ha ripreso sul suo blog un testo altrui in cui si esalta la politica di Orban, l’unico in Europa a stare nei parametri stabiliti, «l’Ungheria era in fallimento, con la spirale austerity-debito/Pil solita. Oggi viaggia al 3,6% di Pil, con un deficit/Pil sotto il 3% e inoltre ha ridotto il debito dall’80,9% al 77,3% dove ovunque in Europa invece è aumentato. Ha ridotto il debito estero, ha aumentato le riserve valutarie. Tutto questo in un’Europa dove la crescita è asfittica e cresce solo il debito». E poi: «l’Unione europea rosica infuriata e non potendo dire niente manda fuori analisi “che non durerà”. I giornali intanto parlano solo “del muro” e del fatto che Orban ha detto chiaro e tondo che l’Ungheria accetta stranieri ma non vuole essere un Paese multietnico con una immigrazione forzata di massa. Ma non dicono una riga sul resto, né fanno un confronto con gli altri Paesi sotto il profilo economico e sociale».  

Se sono così ricchi perché non dànno una mano?
È quello che mi chiedo anch’io. (leggi)

Dai giornali