Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 06 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 54

(Putin. L’uomo senza volto)

Vedi Biblioteca in scheda: 1548253
Vedi Database in scheda: 2212934

VLADIMIR «VERO TEPPISTA» –
Putin bambino. «Così erano i cortili. Tutti teppisti. Sporchi, brutti ceffi con la barba non rasata, le sigarette e le bottiglie di vino da poco prezzo. Sempre a bere, fare a cazzotti, bestemmiare. E in mezzo a tutto questo c’era anche Putin…». Più giovane e magro di corporatura, cercava di tenere testa a tutti: «Se qualcuno lo insultava, Volodja gli saltava subito addosso, lo graffiava, gli strappava i capelli a ciocche, lo mordeva…» (Viktor Borisenko, compagno di scuola e amico di lunga data).
Putin teppista. Quando la scuola, per punizione, lo escluse dai Giovani pionieri e un biografo gliene chiese ragione, lui rispose: «Non ero affatto un pioniere, ero un farabutto, ero un vero teppista».
Putin e il cane. I Putin avevano un cane, Malys, che amavano molto. Un giorno fu investito. «Ljudmila Aleksandrova mi chiamò per chiedermi di avvertire il marito che il veterinario non era riuscito a salvare il cane. Andai nel suo ufficio e gli dissi: “C’è un problema. Malys è morto”. Lo guardai: sul viso non c’era segno di emozione. Rimasi sorpresa dalla sua freddezza e gli chiesi se qualcuno glielo avesse già detto. Lui rispose: “No, sei la prima che me lo dice”. Fu allora che capii di avere detto la cosa sbagliata» (la segretaria).
Veleno. Vakberg sostiene che Sobcak fu ucciso da un veleno piazzato nel bulbo della lampadina che stava sul suo comodino. Poco dopo averlo scritto in un libro, la sua auto saltò in aria in garage (lui non era a bordo).
Auguri da Putin. «Ti auguro un felice anno nuovo e la salute per godertelo» (biglietto di auguri di Putin a Marina Sal’e, che gli faceva opposizione).
Vigilia. Nel febbraio 2000, Putin smise di essere il giovane riformista democratico inventato da Berezovskij, e divenne il giovane teppista diventato uomo di governo dal pugno di ferro. Mentre si apprestava a comandare la Russia, ammise che era sempre stato pronto a servire qualunque padrone e che gli sarebbe piaciuto accontentarli tutti.
Putin pilota. Durante la campagna elettorale del 2000 Putin non rilasciava dichiarazioni politiche. Compariva poco perché pensava che mettersi in gioco per prendere voti fosse degradante. La campagna si ridusse al libro in cui si descriveva come teppista e al grande battage della stampa che lo fotografò ai comandi di un caccia mentre atterrava a Grozny.
Orologio. Putin, da sempre, porta l’orologio al polso destro, moda che attaccò a ogni livello di burocrazia. Una grande azienda del Tatarstan lanciò subito un nuovo modello di orologio da polso per mancini che chiamò «Kremlin». Mandò il primo della serie a Putin, ma lui non l’ha mai portato: troppo cheap.
Politkovskaja. La Politkovskaja, poi ammazzata in ascensore, voleva andare a Beslan, dove c’era stata la strage. Ma appena prenotava un volo, quello veniva annullato. Decise di andare a Rostov e noleggiare di lì una macchina, ma quando arrivò a Rostov era in coma, benché si fosse portata il cibo da casa.
Litvinenko. Dopo l’assassinio della Politkovskaja, Litvinenko scrisse sul suo blog: «Non eravamo sempre d’accordo e qualche volta litigavamo… Ma su un punto eravamo totalmente d’accordo: che Putin fosse un criminale di guerra, che fosse responsabile del genocidio del popolo ceceno e che avrebbe dovuto essere processato in un tribunale indipendente e aperto». Putin rispose tre giorni dopo, durante una conferenza stampa con la Merkel: «Quella giornalista era indubbiamente una critica severa dell’attuale governo della Russia…ma i giornalisti e gli esperti sanno che la sua influenza politica nel Paese era insignificante… Questo assassinio provoca molto più danno alla Russia e al suo attuale governo, e all’attuale governo della Cecenia, di tutti i suoi articoli». Litvinenko fu avvelenato col polonio-210 mentre era ricoverato in un ospedale di Londra. Il polonio-210 si produce solo in Russia.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 6/9/2015