Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri Umberto Bossi ha pronunciato le seguenti parole: «Berlusconi è una mezza cartuccia. Ha sempre paura». Il Cavaliere gli ha risposto: «Problemi per l’alleanza con la Lega? Io sono sereno. Noi siamo responsabili, non possiamo tirarci indietro».
• Tutto questo è così importante? Merita un
articolo?
L’altro giorno s’era diffusa la voce che il Pdl
avrebbe sempre più voglia di mollare Mario Monti e andare a votare. Parecchie
delle cose che Silvio Berlusconi ha detto ultimamente contro Monti (per
esempi il governo dei tecnici non ha ottenuto niente, mi aspetto di essere
richiamato presto. Oppure: non posso stare con chi vuole mandarmi in galera)
sono soprattutto indirizzate ai falchi del suo partito. Bossi invece picchia
con le parole per non farsi scavalcare da Maroni, dai maroniani e da una base
leghista che si direbbe numerosa: quella formata da coloro che non vogliono più allearsi col Cavaliere. Quindi: «Berlusconi è una mezza cartuccia» eccetera è
soprattutto un messaggio ai suoi, e significa: non avete bisogno di Maroni per andare contro il Cavaliere, basto io. Il Senatùr ha anche dett «Tutto il
Paese vuole strozzare Monti… o cade il premier o cade Formigoni»
• Che c’entra Formigoni?
Roberto Formigoni è il governatore della Lombardia.
La Regione è stata colpita, negli ultimi mesi, da parecchi scandali. Questi scandali hanno lambito lo stesso Formigoni. In questo momento la Lega governa la Lombardia insieme con Formigoni e con il Pdl. Gli scandali sono quindi un guaio anche per lei. Sbraitando a quel modo, Bossi cerca di prendere le distanze dal problema. Sottintende: noi ci siamo e non ci siamo, la roba scandalistica non ci tocca. È il messaggio che tenta di far passare anche a livello nazionale: noi gridiamo così tanto – dice implicitamente – che riusciremo a farvi dimenticare di essere stati al governo per tre anni e mezzo. È un po’ un arrampicarsi sugli specchi, un esercizio a cui i politici in
generale e i leghisti in particolare sono ben allenati. Formigoni ha rispost
«Bossi faccia quel che vuole, noi facciamo quel che dobbiamo. Non possiamo
stare qui a inseguire tutti i giorni le sue dichiarazioni». In Transatlantico
si sono poi visti Bossi e Pierluigi Bersani che si facevano le feste abbracciandosi, Bersani che chiedeva: «Che fai, lo sostieni questo governo?» e Bossi che lo
mandava scherzosamente a quel paese.
• A quale Berlusconi bisogna credere? A
quello che dice «non possiamo tirarci indietro» o a quello che si aspetta di
essere richiamato?
A quello deciso a mantenere il sostegno al governo. C’è prima di tutto il problema delle aziende: lo spread è sceso a quota 400, la Borsa va meglio. Ogni volta che la Borsa va giù e le aziende di Berlusconi perdono quota il Cav ci rimette milioni. Elezioni in questo momento significherebbero lo sconvolgimento dei corsi, col ritorno massiccio della speculazione. Tanto più che Atene è ormai prossima al default. Gli analisti sostengono che Berlusconi aspetta due appuntamenti per decidere su Monti: la sentenza del processo Mills e la decisione sull’asta delle frequenze.
• La sentenza Mills ha qualche rapporto col
governo Monti?
Bossi ha dett «Berlusconi non è stato abbastanza
furbo da chiedere una buona uscita quando ha lasciato il governo». Cioè, secondo Bossi, Berlusconi avrebbe dovuto lasciare Palazzo Chigi solo dopo aver avuto la garanzia che i giudici avrebbero smesso di tormentarlo. Ma questa garanzia chi gliel’avrebbe potuta dare? Il processo Mills sta per arrivare a sentenza, e questa sentenza potrebbe essere pronunciata poche ore o pochi giorni prima della prescrizione (che al momento ha una data incerta). Il Cav è sicuro che sarà condannato per ragioni politiche, quindi il fatto che i giudici milanesi stiano facendo le corse per sentenziare prima della scadenza dei termini è la prova dell’accanimento contro di lui. Il governo Monti c’entrerebbe in
generale: trattandosi – secondo lui – di sentenza politica, il contesto in cui
si inserisce non può essere indifferente. Quindi, governo giù.
• Mi pare tirata per i capelli. E parecchio.
Non credo accadrà. La caduta di Monti aprirebbe la
strada alle elezioni politiche, e i sondaggi per il centro-destra sono pessimi. Mollare Monti e andare al voto potrebbe però consentire a Berlusconi di
rimettere insieme l’alleanza con la Lega. Questo calcolo potrebbe indurlo in
tentazione. Quanto alle frequenze, il precedente governo le regalava. Passera
ha deciso invece di congelare la procedura e ha rinviato tutto di tre mesi. È abbastanza certo che le metterà all’asta e che Berlusconi, nella sua qualità di imprenditore televisivo, dovrà mettere mano al portafoglio. Si tratta di esborsi di qualche centinaia di milioni almeno. Molto doloroso, in effetti.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 27 gennaio 2012]
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