Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri sono stati sepolti i morti di Messina. Quattro preti a celebrar messa, compreso uno ortodosso perché tra le 21 bare allineate ce n’era una di una donna romena che credeva in quel rito, Duomo gremito e migliaia di persone anche sulla piazza per partecipare alla cerimonia. Omelia di monsignor Calogero La Piana, arcivescovo della città, che ha nello stesso tempo esecrato quelli che vogliono «in circostanze simili polemizzare, giudicare e condannare con sufficienza e presunzione» e la «carente gestione di un patrimonio unico e prezioso, questo nostro territorio bello e affascinante, ricco di colori, vegetazione ed arte, troppo spesso sfregiato e deturpato, violentato dal peccato dell’uomo, dalla negligenza, da interessi privati ed egoistici, da logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado». arrivato anche un messaggio del Papa. Presenti il presidente del Senato, Schifani, i ministri Alfano e Prestigiacomo, il capo della protezione civile Bertolaso, il presidente della Regione Raffaele Lombardo, la senatrice Finocchiaro. Napolitano ha mandato una corona di fiori e la sua assenza ha indotto Il Giornale ad accusarlo di non voler incontrare Berlusconi.
• Berlusconi invece c’era?
Sì. Al termine dell’omelia di monsignor La Piana qualcuno ha gridato dal fondo della Chiesa: «Forza Silvio, rimetti a posto l’Italia, sei l’unico che può farlo». stato subito allontanato. All’uscita, un gruppetto di contestatori ha invece ricoperto il presidente del Consiglio di insulti: «Vergogna», «Buffone », «Sparisci, vai via» e anche «Assassini» indirizzato un po’ a tutti. Fatti cento metri però (il capo del governo doveva raggiungere la macchina) è cominciato un coro di apprezzamenti. Finita la cerimonia, archiviato il caso. Dell’alluvione non si parlerà più per un pezzo, almeno fino al prossimo disastro.
• Quanti morti sono, a questo punto?
Ventotto. Ma ci sono anche otto dispersi. Non è che sui dispersi siamo autorizzati ad avere speranze. Gli ultimi cadaveri sono stati ritrovati tre giorni fa, sotto le macerie delle loro abitazioni. Due donne di 82 e 84 anni.
• L’alluvione è arrivata tra le 17 e le 22 del primo ottobre. Sono passati dieci giorni. S’è capito qualcosa, nel frattempo, su responsabilità e rimedi?
Sì, la situazione è molto chiara. La responsabilità è prima di tutto dei messinesi, che hanno chiesto e preteso di costruire, o di sopraelevare o di ristrutturare guadagnando spazio, là dove costruire o sopraelevare o ristrutturare era demenziale. Poi c’è la responsabilità degli amministratori locali. I sindaci, tutti del Popolo della Libertà, che hanno concesso centinaia di deroghe al piano regolatore, di modo che, dopo la catastrofe, ci siamo pure sentiti spiegare che lo scempio aveva le carte in regola. Hanno responsabilità gravissime anche quelli che stanno sopra i sindaci, cioè i vari presidenti della Provincia e della Regione, di adesso e soprattutto di prima, per la parte di tutela del territorio che compete loro. Le Regioni non si sono ribellate quando Berlusconi ha presentato il famoso piano casa, gridando «Questa è competenza nostra! »? Se è competenza loro, rispondano adesso fino in fondo di quello che hanno fatto o non fatto.
• L’argomento che tutti gli amministratori hanno messo in campo è la mancanza di soldi.
Nel 2013 l’Unione europea avrà messo a disposizione della Sicilia, proprio per gli interventi di prevenzione dei rischi geologici (una materia a cui l’Europa è sensibilissima), la somma di 310 milioni di euro. Sono già stati assegnati a quel territorio 175 milioni per il periodo 2000-2006, la gran parte dei quali in risposta a una richiesta fatta dalla Regione per la «protezione e il consolidamento di versanti, centri urbani e infrastrutture». Questi soldi sono stati concessi grazie alla lettura dei cosiddetti Pai, i Piani di riassetto idrogeologico, preparati dalle stesse autorità siciliane. In quei piani si legge che il 70% dell’isola è a componente argillosa, cioè ad alto rischio. Diciamo che la consapevolezza di quello che poteva accadere, e che poi è accaduto, non mancava. Infatti il vecchio sindaco di Scaletta Zanclea (dove la poltrona di primo cittadino si tramanda di padre in figlio) ha esclamato, riferendosi al sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, che tuonava contro i mancati controlli: «E che scinnìo (è sceso, nda ) dalla luna ora ora? Non le vedeva le case?».
• Lei pensa che non faranno niente per non essere travolti anche dalla prossima pioggia?
Penso che non faranno niente. Berlusconi ha promesso le case tipo L’Aquila, e a Messina gliele manderà di sicuro. Ma, a parte questo, credo che cambierà poco. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 11/10/2009]
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