Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 04 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri mattina Marini ha ricevuto Fini, Veltroni e Berlusconi, nel pomeriggio ha parlato con gli ex presidenti della Repubblica e ieri sera è salito al Quirinale per riconsegnare il mandato: benché tutti concordino sul fatto che la legge elettorale va cambiata, non c’è un’ipotesi di riforma capace di raccogliere una maggioranza. Napolitano dovrebbe prendere una decisione oggi. I telegiornali ieri sera davano per sicuro lo scioglimento delle Camere e le elezioni il 6 o il 13 aprile. Veltroni ha parlato di occasione mancata, Berlusconi ha detto che è certamente necessaria una fase costituente, che riformi lo Stato e le regole. Ma ha aggiunto che adesso si deve rinnovare il Parlamento e che ci sarà tempo dopo per praticare la politica delle larghe intese.

• Quindi si va alle elezioni?
Sì, non dovrebbero esserci ulteriori impedimenti al voto. Registro solo due stranezze. La prima è questa storia del Giornale, il quotidiano di famiglia. Ieri se n’è uscito con un titolone in prima pagina: «E se adesso Berlusconi facesse un patto elettorale con Veltroni?». Seguiva breve articolo del giovane direttore Mario Giordano, messo a quel posto da poche settimane, nel quale si parlava di un Cavaliere che rivolgeva a un tratto questa domanda ai suoi: «E se facessimo una coalizione con Veltroni per le prossime elezioni? In fondo basterebbero quindici punti di programma...» Seguivano un po’ di retroscena, per la verità assai sommari, in cui si raccontava dello stupore generale di fronte a questo nuovo colpo di genio del capo. Ieri hanno smentito tutti e Veltroni ha detto che è impossibile. Però è stran il direttore di quel quotidiano non è in grado di alzare il telefono e chiedere al Cavaliere che fondamento ha quella chiacchiera? Può pubblicare un retroscena simile senza che il padrone del giornale lo sappia? Tutto è possibile, ma converrà che è strano. Poi c’è il consiglio dei ministri, convocato ieri da Prodi per stamattina alle 10.

• Ah. E di che discutono?
All’ordine del giorno c’è l’approvazione del decreto presidenziale che fissa la data del referendum.

• Come!, un governo dimissionario può indire il referendum?
Sì, dopo l’approvazione della Corte costituzionale, la convocazione dei comizi referendari è un atto dovuto, cioè, ordinaria amministrazione. Il problema è casomai di natura logica: perché affannarsi a fissare la data del referendum, magari per il 20 aprile, se Napolitano sta per sciogliere le Camere? Ieri sera in televisione ho sentito questa spiegazione, data dal ministro Chiti: in questo modo si possono calcolare i 365 giorni da far decorrere per far svolgere il referendum l’anno prossimo. Ma è una spiegazione sballata: l’articolo 34 della legge istitutiva (la n. 352 del 1970) dice al terzo comma che i 365 giorni decorrono dalla data delle elezioni politiche, non da quella del referendum sospeso. Perciò non c’è alcun bisogno di fissare adesso la data del referendum.

• Non potrebbe essere che si sciolgono le Camere e poi si fa il referendum?
No, questo non può essere. Però l’altro giorno il Corriere della Sera ha pubblicato un articoletto di Luciano Violante, magistrato, giurista e soprattutto presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, la commissione cioè che dice di ogni legge se è in regola o no con la Costituzione. Insomma, uno che se ne intende. Violante ha spiegato che, pur essendoci la norma che vieta i referendum nell’anno delle politiche, si deve considerare il fatto «che questo referendum riguarda non una legge qualsiasi ma la legge elettorale, che, come hanno riconosciuto le recenti sentenze della Corte sul referendum, ha caratteri del tutto particolari perché determina le regole per eleggere i rappresentanti del Popolo. Chi ha sottoscritto il referendum - dice ancora Violante - intendeva eleggere il nuovo Parlamento con la legge referendaria. Se il Parlamento venisse eletto con la vecchia legge, verrebbe vanificato il senso stesso della richiesta dei referendari. In pratica, le forze politiche, incapaci di approvare una nuova legge elettorale, creerebbero le condizioni per lo scioglimento delle Camere, e quindi impedirebbero ai cittadini di pronunciarsi».

• Quindi?
Quindi se Napolitano sciogliesse le Camere, il Comitato dei referendari potrebbe sollevare conflitto di attribuzione e chiedere alla Corte costituzionale di imporre lo svolgimento del referendum prima delle politiche. Una legge del 1978 stabilisce che il Comitato promotore è un potere dello Stato alla pari della Presidenza della Repubblica e ha quindi titolo per mettere in discussione le decisioni dei Quirinale. Lo ha scritto Violante, e Napolitano di sicuro lo sa. Ed è probabile che lo sappiano anche Veltroni e Berlusconi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/2/2008] (leggi)

Dai giornali