25 giugno 1956
La nomenklatura sovietica s’inchina allo Scià di Persia
MOSCA – Oggi, per la prima volta, la folla moscovita ha applaudito un re: lo Scià di Persia è arrivato nella capitale del comunismo. Il suo arrivo nell’Urss segna il culmine della « politica musulmana» che i Russi stanno svolgendo con grande impegno. Basti dire che il principe ereditario dello Yemen è partito da Mosca appena stamane, dopo un lungo soggiorno nell’Unione Sovietica; e Scepilov sta compiendo una tour negli Stati Arabi. I seguaci di Marx corteggiano i seguaci di Maometto. I rivoluzionari comunisti della prima ora non immaginavano certo che l’Urss avrebbe accolto un monarca con tanti onori. La verità è che Mosca segue ormai, più che una politica ideologica, la politica di grande Potenza. Oggi, lo Scià è stato accolto solennemente, come si addice a una testa coronata. Il suo aeroplano, un bimotore sovietico, è apparso nel cielo della capitale alle sei meno dieci, con una scorta imponente di dodici caccia a reazione. Quattro Mig, perfettamente allineati, facevano da battistrada; gli altri otto si tenevano ai fianchi dell’aeroplano reale.
Leggi qui l’articolo di Piero Ottone