Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1956  giugno 25 Lunedì calendario

La nomenklatura sovietica s’inchina allo Scià di Persia

MOSCA – Oggi, per la prima volta, la folla moscovita ha applaudito un re: lo Scià di Persia è  arrivato nella capitale del  comunismo. Il suo arrivo nell’Urss segna il culmine della «  politica musulmana» che i Russi stanno svolgendo con grande impegno. Basti dire che il principe ereditario dello Yemen è partito da Mosca appena  stamane, dopo un lungo  soggiorno nell’Unione Sovietica; e  Scepilov sta compiendo una tour  negli Stati Arabi. I  seguaci di Marx corteggiano i  seguaci di Maometto. I rivoluzionari comunisti  della prima ora non  immaginavano certo che l’Urss avrebbe accolto un monarca con tanti onori. La verità è che Mosca segue ormai, più che una  politica ideologica, la politica di grande Potenza. Oggi, lo Scià è stato accolto solennemente, come si addice a una testa  coronata. Il suo aeroplano, un  bimotore sovietico, è apparso nel cielo della capitale alle sei  meno dieci, con una scorta  imponente di dodici caccia a  reazione. Quattro Mig,  perfettamente allineati, facevano da  battistrada; gli altri otto si  tenevano ai fianchi dell’aeroplano reale.

Leggi qui l’articolo di Piero Ottone