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 1979  settembre 09 Domenica calendario

Istruzioni ai giovani per comprarsi casa col mutuo

«[...] Consideriamo una situazione reale che potrebbe interessare una  coppia di giovani sposi. Un appartamento, civile, sito alla periferia di Milano, di circa 80 metri quadrati si dovrebbe poter acquistare con una trentina di milioni. Ai due coniugi è richiesto prima di tutto di  anticipare una cifra di circa dieci milioni. Tale somma può sembrare eccessiva, ma se si pensa a quanto costa oggi un’automobile (o una moto di grossa cilindrata) e a quanto molti spendono per il ricevimento offerto a coloro che intervengono al  matrimonio (spese che potrebbero in buona parte essere evitate) si vede che, forse, la quota di dieci milioni non è cosi irraggiungibile. Restano i venti milioni che possono essere ottenuti con un mutuo. Supponendo di prenderne in  considerazione uno ventennale (periodo di tempo non eccessivo per dei  giovani) ecco quanto all’incirca si  dovrebbe pagare ogni mese: 160.000 lire al tasso del 6,5 per cento, 170.000 all’8 per cento, 200.000 lire al 10 per cento, 230.000 al 12 per cento, 260.000 al 15 per cento.

Queste cifre non appaiono molto elevate se si tiene conto del fatto che per lo stesso appartamento, in affitto, dovrebbe essere corrisposto un «equo canone» di circa 100.000 lire al mese. Ma c’è di più, come al può facilmente vedere se si tiene contò dell’ inflazione (per la quale abbiamo supposto un tasso annuo costante del 10 per cento). Consideriamo prima la rata  «costante» del mutuo: le 200.000 lire che pagheremo fra dieci anni (e che oggi ci possono sembrare troppe) equivarranno a 78.000 lire di oggi. Fra quindici anni saremo arrivati a 48.000 lire e, fra venti (al pagamento dell’ultima rata), saremo scesi a 30.000 lire. Viceversa con l’equo canone la situazione si capovolge. Ciò che dobbiamo pagare per l’affitto, infatti, cresce ogni anno per adeguarsi al 75 per cento dell’aumento del costo della vita. Supponendo sempre un’inflazione del 10 per  cento costante, noi oggi paghiamo 100.000 lire, fra dieci anni ne  pagheremo 206.000, fra quindici 298.000 e fra venti ben 425.000» (Benito Carobene, Corriere della Sera. Leggi qui tutto l’articolo)