Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

 • Federico Fellini mostra un’anteprima di Prova d’orchestra al Quirinale al presidente Sandro Pertini. «È la prima volta che le più alte cariche dello stato si riuniscono per visionare un film: con il presidente Sandro Pertini sono presenti l’on. Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, l’on. Pietro Ingrao, presidente della Camera, e altri notabili. Sempre facondo, al termine della proiezione Pertini racconta ai cronisti che ha deciso lui di ospitare l’anteprima, dopo un incontro casuale con il regista: approva il contenuto dell’opera purché sia chiaro che l’apologo rispecchia una situazione non soltanto italiana. Andreotti legge nelle immagini una morale edificante: è necessario che ciascuno riprenda ad amare il proprio strumento, ritrovi gioia nel lavoro comune. Il comunista Ingrao sente odore di restaurazione e interpreta Prova d’orchestra come una chiamata all’ordine; lo contraddice il compagno di partito Antonello Trombadori, per il quale la levata di scudi felliniana è una sacrosanta risposta ai deliri del ’68. Paolo Grassi, presidente della Rai, si compiace per l’interesse che la produzione di una sua Rete riscuote nel difficile mondo dei politici, ma non sembra consenziente: “Non sono per l’autorità, sono per l’ordine”. Qualcuno osserva che lo scomparso Moro avrebbe gradito l’omaggio indiretto di Fellini al suo sacrificio: anche perché fra gli uomini di governo era quello che amava di più il cinema, ci scappava di nascosto fra un impegno politico e l’altro». [Kezich 2007]