6 settembre 1985
Si celebra Fellini e il suo cinema dell’anima
• «L’applauso che l’ha salutato mentre saliva sul palcoscenico a ritirare il premio per la carriera si è trasformato in quel rito insolito da noi che gli americani chiamano standing ovation. Tutti in piedi ad applaudire per cinque minuti non un uomo, ma un’idea del Cinema. Del resto il Riminese è stato presente lungo tutto il festival, rispecchiato omaggiato e imitato in almeno una decina di film venuti dall’est e dall’ovest. Per chi come noi ha vissuto l’avventura felliniana dai tempi di Lo sceicco bianco, de I vitelloni, dei fischi a La strada e delle stroncature a Il bidone, è stato un momento commovente. Ieri il cinema dell’anima faceva orrore, la fantasia favolistica era considerata regressione, i temi del privato sembravano un segno di debolezza. Oggi Fellini è là, sotto i riflettori con il Leone in mano ed è il cineasta più rappresentativo del pianeta». [Tullio Kezich, Rep. 8/9/1985]