Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  aprile 08 Martedì calendario

Il Consiglio d’Amministrazione di Air France sè riunito ieri e ha approvato integralmente l’operato di monsieur Spinetta, che l’altra sera, di fronte al contro-piano dei sindacati, ha interrotto le trattative e ed è rientrato a Parigi

Il Consiglio d’Amministrazione di Air France sè riunito ieri e ha approvato integralmente l’operato di monsieur Spinetta, che l’altra sera, di fronte al contro-piano dei sindacati, ha interrotto le trattative e ed è rientrato a Parigi. Sono importanti le parole con cui il cda francese ha annunciato la sua decisione: prima di tutto gli amministratori hanno «preso atto, compreso e approvato» il gesto di Spinetta. Poi hanno aggiunto che «ora spetta all’Alitalia, ai suoi dipendenti e alle organizzazioni sindacali che rappresentano il personale dire come vedono il futuro dell’azienda». Infine hanno ribadito che il piano preparato da Spinetta «può permettere il ritorno di Alitalia alla crescita, raggiungibile in tempi rapidi».

• Sono parole misteriose? Mi sembra un discorso piatto.
Beh, attento. Prima di tutto il cda fa sapere che il presidente e amministratore delegato si è comportato bene e che, stando così le cose, non c’è nessuna ragione di riaprire la trattativa e tornare a Roma. I francesi hanno letto i giornali di questi giorni e hanno constatato che i sindacati sono stati messi sulla graticola. Ieri c’è stato anche il grido d’allarme del ministro Padoa-Schioppa, che ha detto chiaro e tond «Serve un fatto nuovo per evitare conseguenze irreparabili». In altri termini, c’è una forte pressione sulle otto sigle sindacali responsabili del contro-piano perché facciano marcia indietro e firmino la proposta francese, accontentandosi di pochi miglioramenti.

• E il loro contro-piano?
Devono rimangiarselo. Il comunicato del cda è infatti un’altra volta un “prendere o lasciare”: il progetto di Spinetta – dice – «può permette il ritorno di Alitalia alla crescita» e in tempi rapidi, dunque qualunque tentativo di modificarlo è destinato a essere respinto. Ma monsieur Spinetta (come dubitare che il comunicato sia opera sua?) ha aggiunto un altro elemento da non sottovalutare: ha distinto tra i “dipendenti” e le “organizzazioni sindacali che rappresentano il personale”. I francesi infatti sanno che sta montando contro il sindacato una protesta forte, il cui aspetto più clamoroso è lo sciopero della fame dello steward Gialunca Morale, il quale vuole che Cgil, Cisl e gli altri facciano tutti i passi indietro necessari per far tornare Air France. Morale è al quarto giorno di digiuno e ieri c’è stata una presa di posizione di altri 1.100 dipendenti, riuniti in una sigla trasversale detta Az-Af, che ieri hanno spedito in giro mail in cui sta scritto «Io sono per Air France» e che si preparano a iniziative più forti. Uno di loro, il comandante Marcello Labor, ha dichiarat «Vogliamo che i sindacati discutano i termini della proposta di Air France. I sindacati facciano i sindacati. Spetta agli imprenditori fare il piano di risanamento, non a loro».

E i sindacati come rispondono?
Mostrano esultanza con l’argomento che i francesi, scrivendo quello che hanno scritto, dimostrerebbero di essere ancora pronti a trattare. In realtà, i sindacati sono nei guai, talmente nei guai che il cda dell’Alitalia li ha convocati per giovedì invece che per oggi, come aveva annunciato la settimana scorsa.

Perché la convocazione per giovedì sarebbe un guaio?
Perché un appuntamento così a ridosso delle elezioni significa solo che la possibilità del commissariamento a breve è assai concreta. In altri termini, il nuovo presidente dell’Alitalia non ha evidentemente intenzione di correre rischi e sa che, se la situazione della compagnia coincide con quella prevista dal codice civile per l’amministrazione controllata o il fallimento, deve procedere, qualunque cosa dicano Bonanni o Epifani. Per fare questa mossa ha bisogno di mettere il sindacato alle strette: torni indietro e accetti il piano di Air France oppure no? Se la risposta è no, il presidente dovrà riunire il cda e chiedere il commissariamento. Se i sindacati fossero stati convocati per oggi, come s’era deciso l’altro giorno, sarebbe stato difficile non chiedere il commissariamento prima di domenica, giorno del voto. E Prodi non vuole fare questo regalo a Berlusconi.

• Quindi lei pensa che arriverà il commissario?
Se il sindacato resterà fermo sulle sue posizioni, lunedì o martedì il cda potrebbe chiedere l’applicazione della legge Marzano. Ci sarà gran clamore per il risultato elettorale e l’Alitalia sarà comunque la seconda notizia. Prodi e Padoa-Schioppa, ancora in carica, potranno consultarsi con Berlusconi e Veltroni, e decidere con loro il da farsi. Il Partito democratico pagherà comunque questo disastro al momento del voto. Ma con la compagnia già fallita, sarebbe stato peggio. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/4/2008]