La Gazzetta dello Sport, 29 aprile 2008
Parleremo subito di Alemanno che ha battuto Rutelli ed è stato eletto sindaco di Roma. Diamo prima un quadro generale delle amministrative, che, a parte Roma, non sono andate male per il centro-sinistra, almeno a livello di sindaci: il Pd ha preso Sondrio, Vicenza, Massa, Pisa e Udine, il centro-destra Viterbo

Parleremo subito di Alemanno che ha battuto Rutelli ed è stato eletto sindaco di Roma. Diamo prima un quadro generale delle amministrative, che, a parte Roma, non sono andate male per il centro-sinistra, almeno a livello di sindaci: il Pd ha preso Sondrio, Vicenza, Massa, Pisa e Udine, il centro-destra Viterbo. A livello provinciale: il centro-destra ha vinto ad Asti, Foggia e Catanzaro, il centro-sinistra a Massa Carrara e a Roma, dove è stato eletto presidente il fratello dell’attore Luca Zingaretti, Nicola.
• Su, parliamo di Alemanno.
Alemanno Gianni, nato a Bari il 3 marzo 1958. Un giovane studioso della destra, che si chiama Alessandro Giuli: «Nasce culturalmente incendiario e matura tessitore». L’’incendiario” si giustifica con un po’ di galera scontata per una molotov tirata contro l’ambasciata sovietica e per via di un arresto, alla fine del 1989, per una manifestazione contro George Bush senior. Il ”tessitore” è venuto fuori negli ultimi anni. Da ministro delle Politiche agricole nella legislatura di Berlusconi è stato amico della Coldiretti e di quelli di Slow Food, ha fatto dichiarazioni contro gli Ogm e a Cancun è andato a stringere la mano di Rafael Alegria, portavoce dei campesinos. Poi, persa nel 2006 la battaglia per il sindaco, s’è messo a tessere a Roma. Conquistata la Federazione romana col 75% dei voti, ha dialogato con Veltroni ben prima di Berlusconi, al punto da far arrabbiare Cicchitto. Ha promosso il referendum per la riforma della legge elettorale, s’è dichiarato favorevole all’abolizione delle Province, contrario all’ingresso della Turchia in Europa, con Ichino per la riforma della Pubblica amministrazione, d’accordo col nuovo presidente francese Sarkozy sulla linea «dialogo e bene comune», ha chiesto l’allontanamento di Selva dopo l’episodio dell’ambulanza, vuole ridurre la presenza del Comune di Roma nel capitale di tante società (e comunque, in genere, è fautore di un alleggerimento del «capitalismo municipale»), favorevole a un’intesa con Di Pietro che «magari ci porti sotto lo stesso Polo» e in questo senso incline alla creazione di un’Authority che sorvegli costi della politica e conflitti d’interesse degli eletti, voleva le primarie per la scelta del candidato di An a sindaco di Roma, vuole il numero chiuso per i rom e l’espulsione certa per gli stranieri che delinquono. Nella vertenza tra i taxisti e Bersani-Veltroni s’è schierato con i taxisti. Scelta che in voti non gli è costata, ed è strano perché i romani, in genere, detestano i loro taxisti.
• E’ vero che vuole costruire uno stadio per la Roma e uno per la Lazio?
Sì, lo ha detto a un’emittente locale, che si chiama Radio Radio. Vorrebbe che fossero tutt’e due vicini, il che, per la Lazio, escluderebbe Valmontone, un sito che piace a Lotito. Lo stadio della Roma dovrebbe nascere a Torrevecchia, su certi terreni che appartengono ai Sensi. Ma qui bisognerà vedere come finisce la vicenda Soros. L’Olimpico sarebbe destinato ai grandi eventi e alle partite della Nazionale, il Flaminio andrebbe al rugby. In giro si dice sia laziale, ma su questo lui è stato sempre riservato. La sua passione sportiva è in realtà l’alpinismo. La moglie dice che arrampica da Dio.
• E’ laziale pure Rutelli.
Già, Rutelli. Tra il primo e il secondo turno ha perso 91 mila voti. Ha fatto una dichiarazione mesta, in cui ha detto di aver telefonato al suo avversario per congratularsi. Lo consoleranno dandogli una vicepresidenza del Senato. Ancora più mesto Veltroni: «Una sconfitta molto grave, molto pesante. La sento con particolare amarezza personale e politica».
• Secondo lei, il vero sconfitto è Veltroni?
Veltroni aveva vinto nel 2006 col 65% dei voti, presi al primo turno. Dopo due anni al primo turno Rutelli ha preso il 45,5%. Al ballottaggio è andato al 46,3%, un misero 0,8% in più. Alemanno ha guadagnato più di 13 punti in due settimane. difficile immaginare che questo non apra un processo nel Partito democratico.
• Una resa dei conti?
Gli avversari di Veltroni non intendono cambiare segretario fino alle europee del 2009. Intanto lo faranno ballare. Naturalmente sto parlando di D’Alema. Il primo scontro sarà per l’elezione dei due capigruppo. D’Alema vuole Bersani alla Camera e Follini al Senato. Vedremo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/4/2008]