La Gazzetta dello Sport, 30 aprile 2008
Il regista Giovanni Veronesi, molto veltroniano, ieri si è sfogato così: «Sento portieri che parlano tra di loro o con i benzinai e che dicono che questi extracomunitari vanno buttati fuori perché ci prendono il posto di lavoro

Il regista Giovanni Veronesi, molto veltroniano, ieri si è sfogato così: «Sento portieri che parlano tra di loro o con i benzinai e che dicono che questi extracomunitari vanno buttati fuori perché ci prendono il posto di lavoro. C’è stata questa evoluzione nel nostro paese dove i poveri si sono scontrati con quelli più poveri di loro e lottano per il lavoro. E quelli non votano certo centro-sinistra, ma votano Lega e a Roma centro-destra. Gli italiani hanno dimostrato di essere un popolo di destra e razzista».
• Accidenti, siamo razzisti. Siamo razzisti?
il modo sbagliato di vivere la politica. Se voti a sinistra sei buono, intelligente, solidale e vuoi salvare il mondo. Se non voti a sinistra sei servo dei padroni, razzista, arretrato, sfruttatore e non so che altro. A ragionare così non si va da nessuna parte. I dirigenti democratici non hanno ragionato così, almeno nelle loro dichiarazioni ufficiali. E su quello che pensano in cuor loro o quando stanno chiusi in qualche loft non è lecito speculare. Ma, relativamente al razzismo, c’è un altro punto. Ieri sono arrivati gli ultimi dati sull’immigrazione del Ministero degli Interni e, in parallelo, quelli della Caritas. Ci sono più stranieri dell’anno scorso, quelli col permesso sono due milioni e quattrocentomila, i nati in Italia da famiglie immigrate sono 57.765, cioè il 10 per cento del totale, mentre la comunità straniera rappresenta il 5% della popolazione, una percentuale relativamente bassa se si guarda alla Svizzera (ne ha quattro volte di più) o ad Austria, Germania, Francia. Se abbiamo meno stranieri degli altri perché abbiamo tanta paura? Ma è poi vero che abbiamo tutta questa paura? La Makno fa ogni anno un’inchiesta per sapere che sentimenti coltiviamo verso gli immigrati e il numero dei sospettosi è effettivamente quasi raddoppiato: erano il 6% nel 2006, sono l’11,3 nel 2007. Però il 42% degli intervistati s’è detto disponibile all’accoglienza e la maggioranza ammette che gli stranieri rappresentano una risorsa economica per le imprese e sono utili per l’assistenza agli anziani. Non sono dati da paese razzista o troppo impaurito. Tanto più che secondo la Caritas i regolari in Italia sono molti di più di quelli che dice il Viminale: 3.700.000, con poco meno di mezzo milione di clandestini.
• Quindi nella vittoria del centro-destra a Roma il problema della sicurezza non c’entra.
C’entra, c’entra. Ma non quanto i democratici vogliono far credere. C’entra piuttosto il fatto che sul problema della sicurezza, sul problema delle strade dissestate, sul problema del traffico sempre caotico, sul problema delle decine di baraccopoli spuntate nella periferia romana il gruppo dirigente capitolino ha dato l’impressione di far spallucce. Più esattamente l’impressione è stata questa: che ai cittadini scontenti, il sindaco e i suoi assessori rispondessero con una faccia che significava: «Abbiamo altro da fare». Anche il modo con cui Rutelli è stato catapultato a Roma ha dato l’impressione agli elettori che la città fosse considerata un affare di famiglia: nel 2001 Rutelli ha lasciato il Campidoglio a Veltroni, nel 2008 Veltroni lascia il Campidoglio a Rutelli, poi magari nel 2016 Rutelli lo rilascia a Veltroni e così via. Non è una buona impressione. E spiega la stranezza di 55 mila elettori che hanno votato il candidato democratico alla Provincia (cioè Zingaretti), ma hanno scelto Alemanno per il Comune.
• E secondo lei Alemanno il problema della sicurezza lo risolverà?
In campagna elettorale ha promesso che nei primi giorni avrebbe espulso 20 mila clandestini e demolito le baraccopoli. Ho l’impressione che si sia sbilanciato troppo. Ma staremo a vedere.
• Berlusconi non gli darà una mano?
Certamente. A questo punto le due principali città italiane sono governate da due sindaci molto sensibili ai temi della criminalità. Che un sindaco, volendo, possa far molto lo dimostra il caso di Tosi a Verona: appena insediato ha chiuso un campo nomadi, ha sgombrato una scuola occupata da un centro sociale, ha proibito la sosta agli automobilisti che accostano per contrattare le prestazioni sessuali, ha vietato l’uso delle bevande alcoliche nei parchi della città in modo da limitare la presenza di barboni e ubriachi. Non sono provvedimenti luccicanti come la Festa del cinema, ma forse incidono maggiormente sulla vita dei cittadini.
• Tosi non è un sindaco leghista?
Sì. A Roma la Lega non c’era e di certi discorsi s’è impossessata Alleanza Nazionale. Definire questi discorsi “razzisti” è un’ottima strada per continuare a non capire. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/4/2008]