La Gazzetta dello Sport, 18 maggio 2008
Il pacchetto sicurezza sarà varato mercoledì prossimo in un consiglio dei ministri convocato a Napoli, soprattutto per far sapere che il governo, anche se finora ne ha parlato poco, mette in cima alle sue preoccupazioni quella dei rifiuti da smaltire in Campania

Il pacchetto sicurezza sarà varato mercoledì prossimo in un consiglio dei ministri convocato a Napoli, soprattutto per far sapere che il governo, anche se finora ne ha parlato poco, mette in cima alle sue preoccupazioni quella dei rifiuti da smaltire in Campania. Quanto alle questioni legate alla sicurezza, si sa che il pacchetto consisterà in un decreto legge, con norme in vigore immediatamente, in un disegno di legge, che affronterà il solito itinerario parlamentare (se andrà bene, sarà approvato prima di Natale) e in una serie di disposizioni amministrative che diventeranno efficaci nelle prossime settimane. C’è però un punto, illuminato ieri da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, intorno al quale il governo dovrà procedere con molta maggiore prudenza, ed è quello delle badanti.
• Le badanti, anche se clandestine, non saranno espulse?
Qualcosa del genere. Ieri Stella ha spiegato bene la questione. Alla frase che Maroni dice da una settimana e che ha ripetuto anche ieri, cioè: «Nel vocabolario del ministro dell’Interno non esiste la parola sanatoria», Stella risponde: «Nei suoi dintorni, evidentemente, non ci sono disabili o vecchi in difficoltà». Infatti le nostre strutture pubbliche ospitano pochissimi anziani o disabili, e di questo problema si fanno carico ormai da un pezzo le famiglie, tenendo accanto ai vecchi o ai malati donne che provengono da tutto il mondo. Che cosa accadrebbe se, tutt’a un tratto, queste persone fossero costrette a tornare a casa loro? Una tragedia sociale. Alla quale tra l’altro lo Stato non saprebbe come porre rimedio: Stella cita uno studio sul Veneto del professor Alessandro Castegnaro, nel quale si dimostra che se la Regione dovesse farsi carico dei trentamila anziani accuditi oggi dalle badanti (la maggior parte delle quali non in regola), dovrebbe spendere 440 milioni di euro in più. E la costruzione di ospizi costerebbe 150 mila euro a posto-letto.
• Ma perché queste badanti non si mettono in regola?
Queste badanti e le famiglie che le pagano vorrebbero mettersi in regola. Ma la nostra legge concede un numero molto limitato di permessi ogni anno. Per cui abbiamo questa stranezza: le badanti non sono affatto clandestine, perché loro stesse e le famiglie che le pagano hanno chiesto al ministero dell’Interno di essere messe in regola e quindi Maroni e i suoi uomini le conoscono perfettamente e, volendo, possono espellerle domani mattina. Però, pur non essendo clandestine, non sono in regola. Del resto questo discorso vale per tutti i lavoratori stranieri che lavorano senza permesso. Il Viminale conosce anche loro. E se li buttasse fuori – secondo l’espressione preferita dai leghisti – metterebbe in crisi molte aziende, proprio dell’amato Nord.
• Se lo Stato però le conosce, può anche decidere diversamente: so che hai un lavoro e perciò ti permetto di restare.
Sì, purché questa eventuale decisione non venga chiamata “sanatoria”. I politici vanno matti per le parole e Maroni ha adoperato l’equazione «indulto=sanatoria». Il problema è di salvare le badanti senza permettere a giornali o avversari di accusarli di aver fatto una “sanatoria”.
• E come faranno?
Ieri c’è stata una presa di posizione di Mara Carfagna, il ministro delle Pari opportunità. Chiede una normativa diversa, e a parte, per questo tipo di lavoratrici. Dice: «Il giusto e doveroso giro di vite sull’immigrazione non può non tener conto del problema relativo a badanti e collaboratori domestici ancora non regolarizzati senza i quali l’Italia vivrebbe un dramma socio-assistenziale che coinvolgerebbe le famiglie con minori, anziani e portatori di handicap». Segue un’interessante distinzione tra “immigrato-risorsa” e “immigrato-problema”, distinzione non da poco in questo momento in cui il governo Berlusconi viene tacciato da parecchi soggetti, esplicitamente o implicitamente, di razzismo. Stessi concetti da un altro ministro, Gianfranco Rotondi, che definisce queste donne «una risorsa del Paese» e aggiunge: «Pugno di ferro contro chi delinque, ma a colf e badanti bisogna guardare con attenzione diversa». E infine è prudente lo stesso Maroni: «Terremo conto naturalmente di quelle situazioni che hanno un forte impatto sociale, come le badanti».
• Ma quante sono, alla fine, ’ste badanti?
Sarebbero 700 mila e prenderebbero, in media, uno stipendio di 800 euro al mese. Mettendoci il vitto e l’alloggio, possiamo valutare un costo reale, per famiglia, di 1.400 euro. In termini di fatturato sono poco meno di 13 miliardi di euro l’anno, quasi un punto di pil. Un costo destinato a salire: come ricorda Stella, nel 2016 gli ultrasettantenni saranno nove milioni e mezzo. Più degli abitanti attuali della Lombardia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/5/2008]