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 2008  giugno 13 Venerdì calendario

Bush è a Roma e i romani se ne sono accorti per via del traffico: il presidente degli Stati Uniti gira con mille persone al seguito e tra queste ci sono anche i cecchini professionisti

Bush è a Roma e i romani se ne sono accorti per via del traffico: il presidente degli Stati Uniti gira con mille persone al seguito e tra queste ci sono anche i cecchini professionisti. I percorsi che il corteo presidenziale deve seguire vengono studiati dai servizi segreti con mesi di anticipo e le esigenze del traffico locale contano meno di zero.

• Che è venuto a fare?
C’è il problema dell’Iran. Teheran ha completato la procedura che rende possibile l’arricchimento dell’uranio e questo – dicono i tecnici – significa che ormai è in possesso della tecnologia per costruire almeno il primo pezzo di bomba atomica. Gli Stati Uniti non vogliono che l’Iran abbia la bomba atomica, idem i paesi europei, su questo abbastanza concordi.

Israele può avere la bomba atomica e l’Iran no?
Sarebbe bene che la bomba atomica non ce l’avesse nessuno. Ma in ogni caso il presidente iraniano Ahmadinejad dice tutti i giorni che Israele sarà distrutta. Quando è di buon umore precisa che Israele non sarà distrutta per volontà iraniana ma «per necessità storica». L’altro giorno a Shar-e-Kord, al centro della Persia (la informo che Iran o Persia sono la stessa cosa), Ahmadinejad ha fatto nuovamente il duro: «Bush non ci può dare neanche un pizzicotto».

Bush potrebbe attaccare l’Iran?
Ieri il presidente ha detto che vuole negoziare e che si aspetta dal 5+1 il varo di sanzioni contro Teheran. Ha aggiunto che «tutte le opzioni sono aperte», il che significa che, in via puramente teorica, è aperta anche l’opzione militare. Gli osservatori escludono però che un presidente al termine del suo mandato e che ha un indice di popolarità tanto basso possa prendere una decisione di questa portata. Ahmadinejad lo sa. Oddìo, gli osservatori dicono che anche Ahmadinejad è in crisi all’interno della nomenklatura sciita. possibile che un presidente Usa meno irruento, meno aggressivo di Bush induca gli ayatollah a liberarsi di Ahmadinejad. La guerra alla fine è un incognita per tutti.

Che diavolo è il 5+1?
“5” sono i 5 paesi del Consiglio di sicurezza... “Consiglio di sicurezza”, cioè l’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quell’affare che venne fondato dopo l’ultima guerra per rendere più difficile l’esplosione di un altro conflitto di quelle proporzioni. “Organizzazione delle Nazioni Unite”, lo dice la parola stessa. Bene, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha un suo governo, composto di 15 membri, che si chiama Consiglio di Sicurezza. Questo governo ha un nucleo centrale forte che è costituito dai “membri permanenti”, i Paesi cioè che del Consiglio di Sicurezza fanno parte sempre. Questi “membri permanenti” sono Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina. Basta che uno di questi cinque membri permanenti si opponga a una decisione e quella decisione, anche se voluta dagli altri 14, non si può prendere. Forse ricorderà qualche caso di cui abbiamo parlato anche noi. Intervenire nel Darfur? No, perché c’era il veto della Cina. Aiutare il Kosovo sull’indipendenza? No, perché c’era il veto russo. Eccetera. I 5 del ”5+1” sono appunto i membri del Consiglio di sicurezza. Il “+1” è invece la Germania. In altri termini: le sanzioni all’Iran saranno decise da un consesso di sei paesi, i cinque grandi del Consiglio di sicurezza più la Germania.

E l’Italia?
Non è ancora sicuro, ma l’Italia a quanto pare non ne farà parte. Eppure siamo pronti ad aumentare l’impegno in Afghanistan, eliminando qualche caveat. E a mettere a disposizione i Tornado. Inoltre Bush implora Berlusconi perché faccia da mediatore con Putin sulle sanzioni. Ma non c’è niente da fare, i tedeschi non vogliono che il 5+1 diventi 5+2. Per tre ragioni. Primo: il Paese che ha più rapporti d’affari con Teheran siamo noi e la nostra presenza al tavolo per questo non è troppo gradita. Secondo: un consesso a 6 fa della Germania il terzo vertice del triangolo che rappresenta la potenza europea (gli altri due sono Francia e Gran Bretagna, membri permanenti). Se arriviamo anche noi, la Germania conta meno. Terzo: all’Onu è in discussione da parecchi anni l’idea di portare i membri permanenti a dieci. La Germania punta ad avere uno dei cinque seggi che verrebbero distribuiti in questo caso. E lo otterrebbe senza troppe difficoltà, se non si fosse messa di traverso l’Italia: noi, per bloccare i tedeschi, abbiamo proposto di dare un seggio permanente al rappresentante della Ue, fatto che metterebbe automaticamente fuori la Germania. Loro, chiaramente, non ce la perdonano. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/6/2008]