La Gazzetta dello Sport, 16 giugno 2008
Clamore perché un carico di rifiuti diretto a Savignano, la prima discarica che ha riaperto ieri in Campania (il Comune riceverà 5 euro e 20 centesimi per ogni tonnellata smaltita), conteneva una leggera quantità di rifiuti tossici

Clamore perché un carico di rifiuti diretto a Savignano, la prima discarica che ha riaperto ieri in Campania (il Comune riceverà 5 euro e 20 centesimi per ogni tonnellata smaltita), conteneva una leggera quantità di rifiuti tossici. Gli uomini di Bertolaso se ne sono accorti, hanno dirottato il carico verso Pantano d’Acerra, dove l’analisi potrebbe permettere di risalire all’ospedale o alla clinica che ha smaltito. Più tardi, il generale Franco Giannini – che è stato vice di De Gennario ed è responsabile del settore tecnico-operativo-impiantistico della struttura – ha detto che il carico conteneva tracce di iodio 131.
• Ecco i rifiuti tossici. Ecco la prova che Gomorra aveva ragione.
Sì, certo. Però è un piccolo episodio. Le agenzie che raccontavano la storia dello iodio 131, precisavano che ieri i carabinieri hanno sequestrato in Campania quaranta quintali di rifiuti pericolosi trasportati da due pregiudicati sorpresi sull’Ofantina, una statale dismessa.
• Quindi lo Stato ogni tanto scopre quello che deve scoprire, non è vero che la malavita vince sempre.
Nello stesso comunicato dove si racconta di Savignano e dell’Ofantina, si ricorda che «negli ultimi mesi il comando provinciale dei carabinieri ha sequestrato circa 70 mila metri cubi di rifiuti pericolosi e ha denunciato 50 persone, molte delle quali con numerosi precedenti penali, originarie delle province di Caserta, Salerno e Napoli». Bene, è giusto far sapere che lo Stato si muove, dopo un anno di massacro mediatico.
• Lei la vede solo come propaganda. Non è la prova provata che questo maledetto traffico di rifiuti tossici c’è davvero?
Ma guardi che non ci sono mica dubbi sul fatto che esistesse un traffico malavitoso di rifiuti tossici, con guadagni colossali per tutti quelli che ci entravano – qualunque cosa facessero – spartizione delle zone, impestamento delle campagne eccetera. Saviano e Garrone hanno dato plasticità a un fenomeno ben noto: si sanno i nomi delle sei famiglie casalesi che gestivano il business, si sa dove veniva messa la roba, si conosce la complicità delle popolazioni, le stesse che ci rompono le scatole con le manifestazioni contro i termovalorizzatori e che per anni e anni si sono bevute tonnelate di porcherie senza fiatare. Ci sono state fior di inchieste della magistratura e del Parlamento. Durante la legislatura di Berlusconi esisteva la Coimmissione Rifiuti, che ogni tanto si faceva anche dei sorvoli in aereo dei territori incriminati, in Campania, ma anche in Puglia, Calabria, Sicilia.
• Se si sapeva tutto, perché non si è fatto niente?
Questa è la grande domanda. Che sta dietro all’altra, che faccio ciclicamente da quando Gomorra è uscito: quello che dicono il libro e il film è vero o falso? Se è vero, perché non ci viene spiegata l’esistenza di questa zona franca dove la malavita controlla l’ordine pubblico, i cinesi lavorano in nero senza che a nessun sindacato o partito di sinistra venga in mente di dire una sola parola, le popolazioni vivono a testa bassa – salvo rialzarla se per caso si presenta lo Stato – i politici sono naturalmente corrotti...? Guardi che è coinvolto tutto il Paese. Gli ultimi dati segnalano un’ascesa del Veneto come terra di discariche. I camion che partivano dal Nord per scaricare al Sud si fermavano in Toscana e in Umbria per ripulire se stessi e il loro carico (documenti giusti, eccetera). Il mio sospetto è che adesso i parli di tutto questo con facilità perché la nuova via illegale dei rifiuti, e specialmente di quelli tossici, è diretta verso l’Estremo oriente, dove le operazioni di smaltimento costano ancora di meno, le autorità stanno zitte alla grande e, insomma, è tutto più tranquillo. In Italia c’è ormai troppo chiasso. Si può persino scoprire dello iodio 131 a Savignano.
• Sa che mi pare impossibile quello che dice? Per esempio, se io le chiedessi: le discariche della malavita si sa dove stanno oppure no?
Gomorra mostra quella di Mondragone. Un sito particolarmente importante era a Villaricca. Poi tutta la zona dei laghi domiziani: hanno buttato i rifiuti tossici anche in acqua e le probabilità che le falde siano inquinate è molto alta. Le ditte che operano nel settore sono un migliaio. Tutte riconducibili a una cinquantina di persone. Vent’anni fa la camorra costruiva abusivamente e apriva cave per tirar fuori il materiale da costruzione. Una volta esaurite queste cave, si vide che il buco poteva servire per stiparci la monnezza e soprattutto quella più redditizia, cioè la tossica. Una volta chiusa la cava ci si metteva sopra la terra e si coltivava. In Gomorra si vede Toni Servillo che dice al suo assistente di buttare le pesche impestate. Nella vita vera, non so quante se ne sono buttate sul serio e quante ce ne siamo mangiate. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/6/2008]