28 maggio 2011
Tags : Antonio Labruna
Il capitano Labruna e la fuga dei neofascisti
• «Dagli anni ’60 agli anni ’80 non c’ è stato mistero italiano nel quale non sia comparso con qualche ruolo. (...) Una presenza costante ma sempre di seconda fila». [Rep. 28/1/2000] Coinvolto nell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana: arrestato il 29 marzo 1976 con il suo dirigente, il generale Gian Adelio Maletti, condannato ai processi di Catanzaro e a Bari: aveva fatto fuggire dall’Italia alcuni neofascisti ricercati tra i quali Guido Giannettini • «A dispetto della sua aria anonima, da mezzemaniche più che da 007, era un vero agente speciale. Sapeva parlare quattro lingue, e aveva una capacità di infiltrazione che gli consentì di fare alcuni scoop spionistici di alto livello. Il più importante nel 1974 quando raccolse, in una serie di bobine registrate (una delle sue passioni) le prove che nel 1970 era stato tentato un vero e proprio golpe che prevedeva tra l’altro l’arresto dell’allora capo dello Stato, Giuseppe Saragat, con la collaborazione di Licio Gelli». [Rep. 28/1/2000]