vanity, 30 gennaio 2006
Berlusconi in tv
• Apparizioni radiotelevisive di Berlusconi la settimana scorsa: martedì 24 gennaio, da Paolo Bonolis; mercoledì 25 gennaio, su radio Rtl, dove ha detto di non essere nano e che gli piacerebbe somigliare a Cary Grant, poi dalla Latella, a Sky Tg24, dove ha detto di odiare la politica e la tv; giovedì 26 gennaio, mattinata da Maurizio Costanzo (imitazione del comico di Zelig che imita Prodi); venerdì 27 gennaio, intervista con Kay Rush a Radiomontecarlo; sabato 28 gennaio: L’Incudine di Claudio Martelli. Prodi è a sua volta andato da Mimun e da Fiorello, dove ha recitato i versi di ”Roma capoccia” e fatto sapere: “Se canto io, perdiamo le elezioni di sicuro”.
• Il contrasto Ciampi-Berlusconi deriva da questo: 1. Ciampi è nel semestre bianco, cioè gli ultimi sei mesi di carica. In questo periodo la Costituzione gli vieta di sciogliere anticipatamente le camere; 2. Sciogliere il 29 gennaio, come concordato in autunno con governo e partiti, è comunque un anticipo; 3. Berlusconi aveva dunque formalmente ragione a chiedere che le camere restassero aperte fino all’11 febbraio; 4. Ciampi ha dovuto firmare il decreto di scioglimento per l’11 febbraio, perché non poteva fare diversamente. Ha preteso però di leggere prima (perché non si fida) il decreto del governo che fissa la data delle elezioni al 9 e 10 aprile. Berlusconi aveva infatti ventilato la possibilità di indire le elezioni a maggio, nello stesso momento in cui le Camere riunite dovranno scegliere il successore di Ciampi; 5. La legge sulla par condicio dice che da quando vengono convocati i comizi elettorali non si può più andare in tv. I comizi elettorali vengono convocati dopo lo scioglimento delle Camere. Poiché le Camere resteranno aperte fino all’11 febbraio, Berlusconi avrà disponibili due settimane in più di apparizioni televisive; 6. Per arginare le presenze di Berlusconi in tv, Ciampi ha scritto al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, chiedendogli di adoperarsi affinché, anche prima dello scioglimento delle Camere e della convocazione dei comizi, sia garantita la parità di presenza televisiva a tutte le forze politiche. A questa lettera seguirà un indirizzo dell’Autorità per le comunicazioni che, di fatto, anticiperà l’entrata in vigore della par condicio. Il dubbio che, in questo modo, Quirinale e Autorità per le comunicazioni forzino, come minimo, la legge a significati imprevisti, è legittimo. Forza Italia, infatti, ha emesso una nota durissima verso il Quirinale. dunque senz’altro in atto uno scontro istituzionale senza precedenti tra capo del governo e capo dello Stato. [Giorgio Dell’Arti]