8 aprile 2005
Tags : Giovanni Paolo II
L’addio al Papa: «Santo subito»
I solenni
funerali di papa Wojtyla sono presieduti dal cardinale Ratzinger. Dal 2 all’8
aprile arrivano a Roma tre milioni di pellegrini. In quei giorni, 21 mila persone
entrano ogni ora nella basilica vaticana, 350 al minuto. La media di tempo
necessaria per vedere i resti mortali del Papa è di 13 ore, mentre il tempo
massimo di attesa è di 24 ore. La fila arriva a una lunghezza di cinque
chilometri. Il giorno dei funerali 500 mila fedeli seguono le esequie in piazza
San Pietro e in via della Conciliazione, mentre 600 mila da altri luoghi di
Roma attraverso dei maxischermi [www.zenit.it e Vatican Information Service]. Grandi
cartelli in mezzo alla folla dei fedeli invocano «Santo subito».
• «Gli
ultimi due uomini a vedere il volto di Giovanni Paolo II – ultimi dei tanti
sfilati in questi giorni in San Pietro, ultimi dei 400 milioni che secondo
complicati calcoli l’hanno visto di persona in questi ventisei anni – sono
stati, alle sette e mezzo, il maestro delle celebrazioni Piero Marini e il
segretario Stanislao Dziwisz. [Leggi tutto l’articolo di Aldo Cazzullo]
• Prima
della chiusura della bara di cipresso e noce, vengono deposte anche le medaglie
coniate durante il suo pontificato. Al centro del sagrato di San Pietro, niente
fiori né ornamenti, solo il libro dei Vangeli posato sul feretro. D’un tratto
il vento ha cominciato a scompaginare le pagine.
• La
sepoltura, nelle Grotte vaticane, viene introdotta per la prima volta dal
Magnificat, il cantico di Maria che ringrazia il Signore perché «ha rovesciato
i potenti dai troni e ha innalzato gli umili». E, dopo il Padre nostro, per la
prima volta, mentre la bara viene deposta nel sepolcro, si canta il Salve
Regina. Allora la cassa di cipresso viene deposta in quella di zinco, subito
saldata e, poi, in quella di legno con sopra la croce e lo stemma di Wojtyla.
Là dove Giovanni Paolo II ha scelto di mettere insieme Giovanni XXIII e Paolo
VI, i due Pontefici da cui aveva preso il nome: deposto nel luogo dove prima
riposava Papa Roncalli e nella «vera terra», come volle Papa Montini. È la
volontà di Giovanni Paolo II, espressa al segretario, monsignor Stanislao
Dziwisz.