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 2016  settembre 24 Sabato calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

La storia del mezzo miliardo di clienti Yahoo! derubati dei loro dati sensibili può avere a che fare con la vendita di Yahoo! a Verizon oppure con le elezioni americane e i favori che i russi vogliono fare a Trump. Terza ipotesi, forse la più probabile: non abbiamo la minima idea di cosa il furto significhi. A questo furto di dimensioni colossali si affianca poi la storia del passaporto di Michelle Obama, scannerizzato e messo in rete con elenchi di nominativi delle guardie del corpo del servizio di agenti che ha seguito Obama, Michelle, Joe Biden e i due Clinton a Cuba, più i codici fiscali e altre informazioni riservate dei loro accompagnatori. Sia la storia dei clienti di Yahoo! che quella del passaporto di Michelle è uscita fuori adesso, benché risalga a parecchio tempo fa, e questo è un altro elemento di mistero, dato che in questo mondo, e con questi tizi, nulla accade per caso.

Spieghiamo bene di che si tratta.
Ma niente: alla fine del 2014 qualcuno ha rubato dati di Yahoo! che potrebbero includere nomi, mail, telefoni, date di nascita, password criptate (ma non password di carte di credito). Clienti di Yahoo! colpiti: mezzo miliardo, su un totale di un miliardo. Ad agosto s’è saputo che l’hacker Peace ha venduto dati relativi a duecento milioni di questi clienti per tre bitcoin, cioè 1.800 dollari. Vale a dire: una miseria. Quindi lo scopo non è commerciale, perché questa massa di informazioni, benché imponente, dice alla fine poco o niente. Meno che mai è questione di soldi nel caso Michelle.  

Quindi il movente quale può essere?
Una prima possibilità è che gli hacker volessero in qualche modo interferire sulla vendita di Yahoo! a Verizon. Verizon ha messo sul tavolo 4,8 miliardi di dollari e con questi soldi si propone di comprare da Yahoo! il suo servizio email (il più fiorente tra le tante attività del motore di ricerca), la piattaforma per immagini Flickr e lo strano blog Tumblr. Mostrando i buchi della sicurezza Yahoo!, gli hacker potrebbero volersi inserire nella trattativa, influire sul prezzo, forse incassare qualcosa di ben più cospicuo di tre bitcoin. Sia chiaro: sto tirando a indovinare.  

C’è poi la storia delle elezioni per la Casa Bianca.
La facilità dell’incursione, che risale a quasi due anni fa, ma che viene rivelata solo adesso, mostra che Trump potrebbe aver ragione quando dice che Obama ha fatto degli Stati Uniti un paese debole, alla mercè dei nemici, privo di guida o di protezione. Gli hacker sono cinesi o più probabilmente russi. Che i russi abbiano messo in piedi una struttura militare (Gru, cioè Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie) dedita all’hackeraggio soprattutto del partito democratico è un fatto accertato: alla fine di luglio la stessa Clinton accusò Putin di aver saccheggiato le sue mail, e quelli del Gru fecero sapere che le informazioni carpite al partito democratico (mail ma non solo) mostravano chiaramente che i vertici del partito avevano fatto di tutto per far vincere a Hillary le primarie contro Sanders. Il che confermava l’appartenenza della Clinton alla casta. C’è poi la storia della Wada, cioè dell’hackeraggio che ha mostrato il doping autorizzato di tanti atleti Usa, prima di tutto la Simone Biles.  

Si sa qualcosa di questa struttura di spionaggio messa in piedi da Putin?
Quelli dell’Aspen Institute Homeland Security Group, Bruce Schneier di Harvard University, Marc Thiessen dell’American Enterprise Institute e capi dell’intelligence un po’ di tutti i paesi occidentali sono sicuri che Mosca stia conducendo una battaglia di disinformazione ad ampio raggio, che ha al suo centro soprattutto gli Stati Uniti e le elezioni. Gianni Riotta ne ha fatto l’elenco: «Si va dalla fabbrica dei troll di San Pietroburgo, attiva con migliaia di dipendenti al numero 55 di via Savushkina, pronta a inquinare dibattiti con false notizie, esacerbare gli animi, dare un “effetto pro Putin”, manipolandoli, a tanti innocenti blog. “Marat”, un troll russo professionista, ha confessato al quotidiano inglese The Guardian come, diretto dall’Agenzia per la sicurezza di Internet, pratichi disinformazione in Ucraina [...] La violazione della banca dati democratica - il gioiello Big Data che ha eletto Obama nel 2008 e 2012 - è stata rivendicata da un pirata romeno, sigla Guccifer 2.0, ma esaminando le “impronte digitali” dei suoi post, Fbi e altri centri di analisi riconoscono i servizi militari russi. Team come Apt 28, o Orso Elegante, celano il Gru nei raid informatici, vedi quello subito dalla tv francese TV5Monde nel 2015, questa volta mascherato dalla sigla, macabra, Cyber Califfato».  

In che modo questo esercito di spioni e di destabilizzatori può avere un peso sulle elezioni per la Casa Bianca?
Milioni di voti americani sono gestiti informaticamente, senza che vi siano tracce di schede o di matite o di penne. Un pirata può alterare i risultati a suo piacimento. Le agenzie che si occupano del voto giurano che questo è impossibile. Ma chi sa. (leggi)

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