Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La questione a questo punto è se Berlusconi stia vincendo o stia perdendo e, insomma, a che punto si trova della sua traiettoria politica.
• In che senso?
C’è la condanna a quattro anni con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, sentenza di secondo grado del processo per i diritti Mediaset, comprati, secondo l’accusa, alla fine di migliaia di passaggi esteri che hanno fatto lievitare artificialmente, sempre secondo i giudici, i prezzi e permesso di costituire all’estero una grossa provvista di nero e di frodare il fisco. L’interdizione dai pubblici uffici, se confermata in Cassazione, lo farebbe decadere automaticamente dalla carica di senatore e renderebbe impossibile una sua ricandidatura alle prossime politiche. E c’è poi la sospensione del pagamento della prima rata dell’Imu fino a settembre, decisa ieri: un provvedimento che non è esattamente quello che il Cav aveva chiesto, cioè la soppressione dell’imposta sulla prima casa e la restituzione di quanto pagato l’anno scorso.
• Ma mi pare che non possano esserci dubbi. Sono due sconfitte e Berlusconi deve essere in difficoltà.
Fino a un certo punto. Cominciamo dalla vicenda giudiziaria: la condanna a quattro anni è un gol subito, è un gol subito anche il no della Cassazione alla richiesta di spostare i processi da Milano a Brescia. Ed è un altro gol ancora il rinvio a giudizio di Napoli per la corruzione con tre milioni di euro del senatore De Gregorio, convinto con quei soldi a mollare Di Pietro e passare col centro-destra. Sarebbe in effetti uno 0-3. E però c’è la nomima a primo presidente della Corte di Cassazione di Giorgio Santacroce, ritenuto magistrato in odore di centro destra, la cui ascesa alla più alta delle magistrature ha provocato la spaccatura del Csm. Questo è un punto - e un punto forte - per il Cav, dato che, oltre tutto (absit iniuria verbis), sarà la Cassazione a decidere tra dieci mesi-un anno sulla sentenza dei quattro anni con l’interdizione. Santacroce - per capirci - fece scandalo accettando, in un momento assai delicato, un invito a cena di Cesare Previti. Possiamo assegnare questa nomina allo score del Cavaliere. Un altro punto è rappresentato dalla nomina alla presidenza della commissione Giustizia del Senato di Nitto Francesco Palma, già ministro della Giustizia e tra i partecipanti alla manifestazione con invasione organizzata dal pdl nel palazzo di Giustizia di Milano.
• A proposito, ho sentito che di manifestazione adesso ne vogliono fare un’altra.
Sì, a Brescia sabato prossimo e Berlusconi ci sarà. Il Cavaliere, dopo essersi morso la lingua per un giorno intero, alla fine è partito all’attacco: «La sentenza di ieri è davvero una provocazione preparata dalla parte politicizzata della magistratura che da vent’anni cerca di eliminarmi come principale avversario della sinistra e il rinvio a giudizio di Napoli fa parte di questo uso politico della giustizia». E però - e su questo assegno un terzo punto a Berlusconi - il Cavaliere ha fatto sapere che non metterà in crisi il governo: questo significa che la palla passa al Pd, cioè è il Pd a questo punto, se vuol essere coerente con quanto predica da vent’anni, che dovrebbe staccare la spina dato che, come ha titolato ieri Il Fatto, Berlusconi a questo punto è un delinquente conclamato. Un brutto guaio per i democratici, che non hanno la forza di compiere il passo a cui li spinge Beppe Grillo, ieri durissimo sul blog: «Berlusconi merita il carcere [...] La condanna [...] avrebbe incenerito qualunque politico inglese, tedesco o statunitense. Da noi questo tizio passa da statista».
• Gli si potrebbe rispondere: i magistrati italiani somigliano poco ai magistrati inglesi, tedeschi o statunitensi.
È quello che risponderebbe Berlusconi, il quale però ha da gestire anche la grana Imu. Il governo, deciso a rimodularla, non sembra intenzionato ad abrogarla nella parte relativa alla prima casa e a restituire gli importi dell’anno scorso.
• Come intendono procedere?
Il pagamento della prima rata sarà sospeso per decreto fino a settembre, e nel frattempo si studieranno i dettagli tecnici e le coperture: per il momento serve un miliardo e mezzo. Berlusconi, tuttavia, non considera questa decisione una sconfitta. Ecco la sua dichiarazione di ieri sul punto: «Intanto devo dire con soddisfazione che il governo come primo decreto ha bloccato il pagamento dell’Imu del prossimo mese di giugno. E’ una bella vittoria e una grande soddisfazione, ma non non basta. Servono con urgenza gli altri provvediemnti dal finanziamento della cig, alla revisione dei poteri e dei metodi di Equitalia perché abbandoni le riscossioni violente e diluisca con più rate i pagamenti e non confischi né la prima casa né i terreni agricoli, né i macchinari delle piccole imprese. E poi serve la riforma del fisco per arrivare in 5 anni ad abolire l’Irap sulle imprese, con un taglio del 2% degli 800 miliardi che è il costo all’anno della macchina dello Stato per appunto introdurre l’Irap e il quoziente familiare per le famiglie numerose». Insomma, almeno per ora, non sarà il centro-destra a buttar giù Enrico Letta.
(leggi)