Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Nel mondo c’è un altro presidente donna, si chiama Cristina Kirchner, a tre quarti dello spoglio risulta prima col 42-46% dei voti...
• Come fa a essere presidente se non ha il 50 per cento più uno? Lei ci ha fatto una testa così con la storia del maggioritario e dei primi due che vanno al ballottaggio se nessuno raggiunge la metà dei voti.
Se vuole le racconto come si sceglieva il doge di Venezia, uno dei metodi più complicati nella storia dei sistemi elettorali. Per dirle che, anche col maggioritario, non c’è un solo modo per fare tredici: in Argentina si viene eletti al primo turno se si raggiunge il 50 per cento più uno oppure, se si prende il 40 per cento dando però almeno dieci punti percentuali di distacco al secondo. Nel nostro caso il secondo era Elisa Carrió che al 75 per cento dello spoglio aveva il 22. Nessuna speranza di recuperare. Lei stessa, a metà scrutinio e pur parlando di brogli, ha ammesso la sconfitta.
• Che ce ne importa dell’Argentina?
Se ci fossimo occupati un po’ di più dell’Argentina forse non ci saremmo trovati così invischiati nel loro crac del 2001. Sa che gli italiani sono la comunità straniera che ci ha rimesso di più? 14 miliardi di euro, il 15,6 per cento dell’intera perdita, che fu sopportata soprattutto dai 600 mila piccoli risparmiatori perché le banche ci rimisero appena 470 milioni, s’erano infatti affrettate a scaricare i bond sulla clientela prima del patatrac. In ogni caso, il presidente Kirchner – che ha guidato l’Argentina dal 2003 a oggi – ha rimesso in sesto il Paese, che è cresciuto al ritmo del 6 per cento l’anno. E questo è un primo dato da meditare: se gli argentini sono venuti fuori da una crisi tremenda come quella, anche noi italiani potremmo coltivare la speranza di farcela. Non siamo in crisi come loro a quell’epoca, e dovremmo solo decidere di rimboccarci le maniche sul serio. Purtroppo il nostro tasso di crescita è ampiamente sotto al 2 e spendiamo più di quanto incassiamo. Gli argentini di Kirchner invece, oltre a lavorare tanto, esportano più di quanto importano e spendono meno di quanto incassano.
• Scusi, ha detto Kirchner? Il presidente uscente si chiama come la presidente entrante?
Sono marito e moglie. Anche in Argentina vige la regola che non si può essere eletti per due volte consecutivamente. Il marito Kirchner (si chiama Néstor) ha pensato bene di esercitare un solo mandato in modo da potersi presentare in ogni caso tra quattro anni. In teoria, con il sistema di alternarsi, potrebbero andare avanti una trentina d’anni, cioè finché gli regge il fisico. Lui ha 57 anni, lei 53. Sì, possono restare in sella per un bel pezzo.
• Secondo me non va bene. Ho capito che la legge non ha pensato ai mandati non consecutivi, però qualcosa non mi torna.
Ci faccia caso, è una tendenza mondiale: si dà l’assalto al potere come famiglia, invece che come singoli individui. Il caso più illuminante è quello dei gemelli Kaczynski, in Polonia. Uno presidente della Repubblica, l’altro presidente del Consiglio. L’altra domenica perdono le elezioni e Jaroslaw, il capo del governo, deve sloggiare. Ma l’altro gemello, presidente, resta al suo posto e stia pur certo che farà diventare matto il nuovo, sgraditissimo primo ministro Donald Tusk. Anche in Francia, Ségolène Royal ha corso per l’Eliseo mentre il marito era capo del partito socialista. Se Sarkozy avesse perso, avremmo visto all’opera una bella coppia. Idem negli Stati Uniti: la famiglia Bush, con il padre e con il figlio, ha occupato la Casa Bianca per sedici anni. E i Clinton – se vincerà Hillary – tenteranno di fare lo stesso. Anzi Bill è una carta chiave nella campagna elettorale di Hillary: è grazie a lui che alla supercandidata arrivano tutti quei soldi. Ma è interessante notare che Clinton è del ’46, dunque quando Hillary avrà fatto i suoi otto anni, cioè nel ’16, potrebbe ancora candidarsi: in fondo avrà solo 71 anni, cioè per la nostra epoca non sarà troppo vecchio.
• Se le cose stanno così, questa Cristina Kirchner sarà una marionetta nelle mani del marito.
Per niente. un politico di lungo corso, senatore da molti anni. In qualche riunione pubblica è capitato che togliesse al marito la parola, quasi che gli desse sulla voce. I giornalisti – che Christine odia – dicono che a casa comanda lei ed è in effetti una donna dall’aria molto decisa, al limite dell’arroganza. Arriva in elicottero, fa il suo comizio e riparte, senza stringere la mano a nessuno. Si fa intervistare solo dai grandi giornali stranieri e non si vergogna di spendere una barca di soldi facendo shopping. Certo un po’ di dolcezza, almeno nei rapporti con gli altri stati, dovrà mettercela: la faccenda dei bond brucia ancora a tutti quanti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/10/2007]
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