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 2015  gennaio 17 Sabato calendario

In Italia

Il Presidente f.f. Pietro Grasso
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Siamo tutti felici della liberazione delle due ragazze, ma non si può ignorare una questione centrale, e cioè il pagamento del riscatto. Ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha quasi fatto spallucce di fronte alle accuse provenienti dal centrodestra (Lega in testa) e soprattutto da Internet, dove Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono state messe sulla graticola: «Un grande Paese — ha detto Gentiloni — si impegna a proteggere e a salvare la vita dei propri cittadini sequestrati, ma siamo contrari al pagamento di riscatti. L’Italia si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti: è la linea dell’Italia».

• Quindi il riscatto non è stato pagato.
Così dice il governo. Le due ragazze, rapite in Siria in luglio da una banda criminale, sono state poi cedute (per soldi) a quelli di al Nusra, articolazione di al Qaeda nemica dell’Isis, anche se sono fondamentalisti e jihadisti tutt’e due. Ora il trattamento che le due organizzazioni riservano agli ostaggi è diametralmente opposto: l’Isis li ammazza in modo spettacolare; al Nusra incassa i riscatti. Tattiche comprensibili: l’Isis ha un fatturato di molti milioni grazie al contrabbando di petrolio. Al Nusra non ha entrate così cospicue e deve raccattare denaro con azioni criminali, specialmente i sequestri. Alla fine del 2013 ha rapito tredici monache, rilasciate dopo tre mesi in cambio di soldi. Idem con lo scrittore americano Peter Theo Curtis, ostaggio in Siria da due anni: al Nusra, grazie a lui, s’è messa in tasca 25 milioni. Il giorno dopo la liberazione di Curtis, nel Golan sono stati catturati 45 peacekeepers , liberati poi anche loro dietro compenso. Eccetera. E le nostre due sarebbero tornate a casa per un improvviso sussulto di bontà di quei satanassi? Ma allora, perché saremmo stati cinque mesi e mezzo a trattare?

• Però che altro si sarebbe dovuto fare?
L’industria dei sequestri in Italia è stata sconfitta dalla linea dura: alle famiglie a cui è rapito un parente, si bloccano per legge i patrimoni, impedendo materialmente qualunque pagamento. Come mai teniamo un atteggiamento diverso quando il sequestro è avvenuto all’estero? È possibile che l’Italia abbia pagato, ma non lo può ammettere. Il che significa che ci saranno altri sequestrati italiani, e non è detto che andrà sempre bene.

• Però per tanto tempo non c’erano più stati episodi del genere.
Perché quando la giornalista Giuliana Sgrena fu sequestrata in Iraq, gli americani, per farci capire che dovevamo smetterla, andarono a spararle, ammazzando il povero Nicola Calipari che nella macchina s’era seduto dietro per consolarla. Non è che noi smettemmo di pagare i riscatti, sono gli islamisti che hanno smesso di sequestrare, sapendo che gli americani ci avrebbero impedito di pagare.

• La rete ha messo sotto accusa le due ragazze, sostenendo che «se la sono andata a cercare». È vero?
Ai pm della Procura di Roma, ieri Vanessa e Greta hanno detto di aver trascorso cinque mesi difficili, passando fra prigioni e carcerieri diversi, sempre in Siria, ma senza subire particolari abusi o violenze. Anche su questo il ministro Gentiloni è voluto intervenire. «Considero inaccettabile che qualcuno abbia detto che Vanessa e Greta se la siano cercata. L’Italia ha bisogno di questi cooperanti e di questi volontari». Il Guardian ha parlato di «riscatto ingente» e la televisione satellitare araba Al Aan sostiene che la somma sborsata sarebbe di 12 milioni. Chiariamo subito che sarebbero soldi prelevati dalla fiscalità generale, cioè nostri. La ong con la quale le due sono partite si chiama Progetto Horryaty .

• E quindi?
Questa organizzazione non risulta nell’elenco delle duecento e passa associazioni non governative che svolgono questo tipo di attività. Come ha riferito in tempi non sospetti il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, Hornytay ha messo in piedi questa spedizione, che si proponeva di distribuire medicine e aiuti ai rifugiati nei campi profughi, con un dilettantismo pazzesco: «La loro presenza non era tracciata in Siria. Nessuna ong sapeva della loro presenza là. E la Farnesina, e di conseguenza il Copasir, ha sperato nella prima settimana che potessero comparire da qualche parte lungo la frontiera turca. Purtroppo non è stato così. Quando si decide di partire per missioni umanitarie è necessario, indispensabile, muoversi nell’ambito di reti in grado di dare il necessario supporto organizzativo e di copertura […] Quelle ragazze non erano in cerca di selfie, come ha sostenuto qualcuno. Volevano veramente dare aiuto a popolazioni che soffrono. Il loro unico errore è che si sono volute improvvisare operatrici umanitarie. Un errore grave, ma un errore, non una colpa». (leggi)

Dai giornali