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 2010  agosto 30 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Lista delle cose che Gheddafi s’è portato a Roma da Tripoli: 30 cavalli berberi; un migliaio di corani (il titolo in copertina è: «Glorioso Corano»); una quantità inverosimile – visto che domani riparte - di pantaloni, camicie, abiti libici (tipo quello giallo-oro che indossava all’arrivo); la solita scorta di amazzoni, due delle quali dietro a lui in cima alla scaletta dell’aereo (non però in basco rosso e alta uniforme, ma in mimetica, una ce l’aveva verde e l’altra blu); la tenda beduina, che stavolta non è stata piazzata a Villa Doria Pamphili, ma sulla Cassia, nel giardino dell’ambasciatore, Abdulhafed Gaddur.

Che se ne fa dei cavalli berberi?
Servono allo spettacolo di stasera alle nove. Evoluzioni ippiche con cavalieri libici e poi carosello dei nostri carabinieri, che li hanno ospitati nelle loro scuderie del IV reggimento a cavallo. Seguirà cena con 800 ospiti. Berlusconi presente.

E le donne che fanno la guardia del corpo? Ha senso?
Gheddafi ha la mania di mettere insieme le donne e di comandarle. Ieri ne ha fatte venire un mezzo migliaio all’Accademia libica, gli ha regalato i corani e gli ha fatto – a quanto pare - un discorso religioso: in Libia le donne sarebbero libere, l’Europa deve diventare islamica e far entrare la Turchia nella Ue… Tutte cose che si sono sapute di straforo, perché le ragazze avevano avuto l’ordine di non riferire a nessuno quello che il leader libico aveva detto. Due di loro se ne sono andate sdegnate senza aspettare la predica, a quanto pare perché hanno saputo che non sarebbero state pagate (giornalisti: «vi hanno trattato male?», le ragazze: «lasciamo perdere»). Altre hostess sostengono di aver ricevuto 70 euro, invece dei 50 che Gheddafi pagò l’altra volta per una riunione analoga. Tre ragazze si sarebbero convertite davanti al rais, seduta stante, e sono poi uscite col velo. A dir la verità le ragazze avevano poco di islamico: tacchi alti, gonne strette… Le ha reclutate un’agenzia che si chiama Hostessweb che le aveva già procurate lo scorso novembre. Quanto alle amazzoni, esistono dall’agosto del 1981. Il rais pensa che le donne siano più affidabili degli uomini, cioè secondo lui le donne sono meno inclini a tradire. Nel 1998, a Derna, vicino al confine con l’Egitto, l’amazzone Aisha fece scudo a Gheddafi col suo corpo per difenderlo da un assalto di fondamentalisti. E ci rimise la vita.

Che cosa è venuto a fare Gheddafi un’altra volta in Italia?
Sono passati due anni dal cosiddetto accordo di Bengasi, un trattato di amicizia italo-libico che ha chiuso decenni di tensioni col colonnello per via della guerra coloniale italiana di settant’anni fa. Firma di Berlusconi, a conclusione però di negoziati che duravano da molti anni e hanno coinvolto governi di tutti i tipi. Noi siamo impegnati, a mo’ di riparazione, a costruire a nostre spese un’autostrada di 1.700 chilometri lungo tutta la costa del Paese. Si tratta di 2,3 miliardi di euro che andranno a 21 nostre imprese. In generale l’Italia ha garantito flussi finanziari in Libia per 5 miliardi in 20 anni. In cambio la Libia ha promesso di bloccare gli sbarchi dei clandestini, che vengono però tenuti prigionieri in campi che definire lager è poco. Tuttavia i 5 miliardi in vent’anni appaiono a questo punto un business minore: negli ultimi 24 mesi Berlusconi e Gheddafi hanno mosso, in affari di tutti i tipi, una quarantina di miliardi di euro. I nemici del Cavaliere hanno coniato un altro neologismo: Gheddasconi.

Tutto business che va a beneficio del presidente del Consiglio o c’è anche qualcosa per il resto del Paese?
Beh, i due sono insieme in Quinta Communications, la società di produzione cinematografica di Tarak Ben Ammar, di cui hanno preso tutti e due una quota, uno con Fininvest, l’altro con Lafitrade. Per il resto, i libici sono entrati nella Juve (7,5%) e stanno studiando i dossier Telecom, Terna, Finmeccanica, Impregilo e Generali. Sono già entrati nell’Eni (1%, ma vogliono arrivare al 10-15) e in Unicredit (di cui adesso, col 7%, sono il primo azionista). I nemici di Berlusconi vedono nell’ingresso in Unicredit un tentativo del Cavaliere di controllare, con l’aiuto di Gheddafi, certi punti chiave del potere nostrano: Telecom, Generali, magari il Corriere della Sera. I libici in verità avevano una quota in Capitalia e sono arrivati in Unicredit dopo la fusione tra le due banche. Poi soccorsero Profumo al tempo del crac Lehman. Geronzi li definisce “un partner perfetto”. Profumo pure. Agnelli, all’epoca dell’ingresso in Fiat (anni Settanta), aveva detto: sembrano banchieri svizzeri.

Non potremmo, in cambio di tutto questo, pigliarci un po’ di petrolio?
L’Eni estrae ogni giorno in quel paese 800 mila barili di petrolio. Paga tasse salate e ha sempre il portafoglio aperto per ogni tipo di contributi. Ma, a quanto pare, le conviene. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/8/2010]
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