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 2008  maggio 08 Giovedì calendario

A sorpresa, il governo è già pronto... • Come sarebbe? Se Napolitano ha cominciato le consultazioni ieri mattina

A sorpresa, il governo è già pronto...

• Come sarebbe? Se Napolitano ha cominciato le consultazioni ieri mattina...
 l’effetto vistoso e soprendente di due fenomeni. Primo: il drastico abbattimento del numero dei partiti. Si ricorderà che, circa quattordici mesi fa, Prodi andò in crisi sulla politica estera e Napolitano dovette procedere alla consultazione di tutti i capigruppo. Benché fosse quasi inutile, la prassi lo pretendeva, il presidente dovette sorbirsi una settimana di colloqui e i giornalisti una sfilza di comunicati noiosissimi emessi da formazioni tanto lillipuziane quanto pretenziose. Tutto questo è finito – speriamo – per sempre. I partiti sono diventati quattro, per sentirne i capigruppo basta una mattinata, Napolitano ieri pomeriggio ha già potuto convocare Berlusconi per assegnargli l’incarico. Qui s’è inserita la seconda novità. Di solito il presidente incaricato accettava «con riserva», perché doveva a sua volta procedere a consultazioni e trattative e passavano sempre almeno dieci giorni per venire a capo dei garbugli di cui abbiamo parlato ieri ricordando i bilancini del manuale Cencelli. Stavolta Berlusconi non aveva bisogno di accettare con riserva, perché i partiti con cui doveva formare il governo erano quelli con cui ha vinto le elezioni. Perciò, con un gesto del tutto nuovo nella nostra storia repubblicana, quando Napolitano lo ha incaricato, ha immediatamente accettato e fornito al capo dello Stato la lista dei ministri. Poi, dopo essere rimasto col presidente più o meno un’ora, ha fatto avere la lista anche ai giornali. Oggi giura e venerdì ci sarà il primo consiglio dei ministri per la nomina di viceministri e sottosegretari. Tappe bruciate.

• E’ uscito fuori il governo che ci si aspettava?
Beh, rispetto alle previsioni ci sono delle differenze. Ma andiamo con ordine. Presidente del Consiglio: Silvio Berlusconi. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Gianni Letta. Ministro degli Esteri: Franco Frattini (Fi). Ministro degli Interni: Roberto Maroni (Lega). Ministro dell’Economia: Giulio Tremonti (Fi). Ministro della Difesa: Ignazio La Russa (An). Ministro della Giustizia: Angelino Alfano (Fi). Ministro dell’Istruzione: Maria Stella Gelmini (Fi). Ministro dei Beni Culturali: Sandro Bondi (Fi). Ministro dello Sviluppo economico: Claudio Scajola (Fi). Ministro delle Infrastrutture: Altero Matteoli (An). Ministro del Welfare: Maurizio Sacconi (Fi). Ministro delle Politiche agricole: Luca Zaia (Lega). Ministro dell’Ambiente: Stefania Prestigiacomo (Fi).

• Quanti sono, che ho perso il conto?
Dodici, come prevede la legge. Mancano i vicepresidenti del Consiglio e in questo modo Berlusconi ha stoppato una piccola guerra interna. Ci sono però nove ministri senza portafoglio...

• Un’espressione di cui non ho mai capito il significato. Anzi, già che ci siamo: a che servono i vice-ministri e i sottosegretari e che differenza c’è tra di loro?
“Senza portafoglio” significa “senza bilancio”, cioè senza soldi. Per fare quello che devono fare, questi ministri devono ricorrere ai fondi della presidenza del Consiglio. Il vice-ministro è un vero e proprio ministro vicario e può anche sostituire il ministro se è assente o malato. I sottosegretari hanno delle deleghe, cioè il ministro stabilisce qual è l’area di loro competenza.

• Quindi questi ministri senza portafoglio sarebbero?
Sono nove, cioè molti più del previsto. Umberto Bossi (Lega) si occuperà di Riforme; Raffaele Fitto (Fi) dei Rapporti con le Regioni e Elio Vito (Fi), che prima doveva andare alla Giustizia ma non era gradito ai magistrati, dei Rapporti con il Parlamento. Andrea Ronchi (An) andrà alle Politiche europee; Renato Brunetta (Fi) alla Pubblica amministrazione e Innovazione (qui è stato fatto fuori Lucio Stanca); Roberto Calderoli (Lega) alla Semplificazione, quella che ieri abbiamo chiamato Delegificazione. un ministero completamente nuovo e sarà interessante vedere come si muoverà Calderoli, che Gheddafi e la Lega araba, quindi, non sono riusciti a tenere fuori dal governo. Giorgia Meloni (An) si occuperà di Politiche giovanili. Mara Carfagna (Fi), forse il più giovane ministro della storia (ha 33 anni), avrà la responsabilità delle Pari Opportunità. Gianfranco Rotondi (Dca), infine, ha voluto a tutti i costi l’Attuazione del programma. Ci sono quattro donne, come previsto, e a quanto pare sono tutti contenti: la Lega ha avuto quattro ministri e An pure. Resta spazio adesso solo per 39 tra sottosegretari e vice-ministri. La legge dice che il governo non può essere formato da più di 60 persone. E Napolitano ha avvertito Berlusconi: quel numero non può essere superato. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/5/2008]