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 2008  settembre 05 Venerdì calendario

C’è maretta sull’Alitalia, anche se ieri sera sono arrivate parecchie aperture dai sindacati

C’è maretta sull’Alitalia, anche se ieri sera sono arrivate parecchie aperture dai sindacati...

• Di che maretta si tratta?
Potremmo fare un elenco delle spaccature che il piano di salvataggio preparato da Passera e affidato poi da un lato a Colaninno-Sabelli, dall’altro al professor Fantozzi...

Piano piano, troppi nomi in così poche righe...
Berlusconi, appena eletto, ha affidato a Corrado Passera il compito di trovare una soluzione per Alitalia. Chi è Corrado Passera?, mi chiederà lei. E io le rispondo: è l’amministratore delegato di Banca Intesa. Lei allora mi potrebbe domandare: che c’entra Banca Intesa? E io di nuovo a spiegarle: Banca Intesa aveva manifestato un interesse per Alitalia attraverso Air One. Cioè appoggiava il padrone di Air One che voleva comprarsi la compagnia di bandiera. Prodi, che aveva in testa tutt’altre soluzioni, non lo ammise memmeno all’esame dei conti, quella cosa cioè che si chiama due diligence. L’essere stato ignorato da Prodi è stato un ottimo viatico per Berlusconi che lo ha chiamato e gli ha detto: trovami una soluzione, please. Pochi giorni fa questa soluzione è arrivata e consiste nella creazione di una nuova compagnia, detta Compagnia Aerea Italiana (CAI), che comprerà da Alitalia aerei, slot, personale, marchio e quant’altro. L’Alitalia così svuotata andrà in liquidazione e questa liquidazione è stata affidata a un signore che si chiama Augusto Fantozzi. CAI invece, cioè la nuova Alitalia, ha Roberto Colaninno alla presidenza e Rocco Sabelli sulla sedia di amministratore delegato. Le è più chiaro adesso? Però sono cose che le avevo già spiegato, lei è un testone.

E lei è uno che ha preso l’abitudine di farsi le domande da solo. Dunque, questa maretta?
Intanto c’è una spaccatura tra i sindacati. Ieri sera Sabelli ha spiegato ai rappresentanti dei lavori riuniti (nove sigle e per Cisl e Uil c’erano anche i big Bonanni e Angeletti) che la Nuova Alitalia si concentrerà sulle rotte nazionali e comunque sul mercato del corto-medio raggio con 65 destinazioni, di cui 16 intercontinentali e 49 sparse tra Italia e Europa. Fatturato di 4,8 miliardi, pareggio operativo in due anni, capitale di un miliardo. Niente hub né a Roma né a Milano ma un sistema di sei minihub piazzati a Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia, Catania. Le ricordo che l’hub è il centro della ruota: dalle destinazioni minori si converge su questa specie di perno che è l’hub e da lì si va poi ovunque. I milanesi vorrebbero che Malpensa fosse un hub, i romani erano contenti dei francesi che avrebbero fatto di Fiumicino un hub, adesso sono scontenti sia i milanesi che i romani perché questa organizzazione su sei mini-hub declassa sia Milano che Roma. Poi è scontenta la Cgil, è scontento Veltroni, è nervosa l’Europa e Brunetta ha detto che se un solo dipendente dell’Alitalia verrà scaricato sulla Pubblica amministrazione lui si dimetterà.

Che succederà, dunque?
E chi lo sa? Il bello è che queste spaccature attraversano gli schieramenti. Per esempio la Moratti è scontentissima e ha dato un’intervista di fuoco alla Stampa: non solo Malpensa – dice – non diventa un hub, ma Linate dovrebbe chiudere. Il sindaco di Milano ha accusato il governo di pensare solo a Napoli. Poi Marrazzo, presidente della Regione Lazio, vuole entrare con 10 milioni – insieme a Provincia e Comune di Roma – nell’azionariato di CAI. Ma come, tu, eletto presidente nelle liste del Pd, entri in una società voluta dal gran nemico Berlusconi e che Veltroni sta svergognando con manifesti appiccicati su tutti i muri di Roma?

Che ci fa la Regione Lazio con una quota di Alitalia?
Poco, perchè comunque avrebbe un’ultraminoranza. Ma, sedendosi al tavolo con gli altri azionisti, Marrazzo pensa – dice lui – di difendere i lavoratori. Sacconi ieri ha detto che gli esuberi saranno 3.250, cioè la Nuova Alitalia avrà – tra una cosa e l’altra – 14.250 dipendenti invece di 17.500. In realtà nessuno parla, per esempio, dei quasi novemila lavoratori di Az Service, società di assistenza posseduta in maggioranza da Fintecna, ma che ha un unico cliente: Alitalia, da cui viene oltre tutto strapagata (Az è totalmente fuori mercato). Ai lavoratori Alitalia saranno concessi 4 anni di cassa integrazione e 3 di mobilità. E agli altri lavoratori? Perché oltre ad Az c’è tutto un indotto di fornitori che verrà messo a terra dall’improvvisa virtù della compagnia di bandiera. Queste società a volte non hanno neanche i requisiti per accedere alla cassa integrazione. Sono destinate a morire? Domande toste, a cui una parte dello schieramento sindacale (Cgil) vuole risposte. Fantozzi e il ministro Sacconi però vogliono chiudere in una settimana. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 5/9/2008]