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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

Ieri Bossi ha detto di volere le banche del Nord, il Senato federale e, nel 2013, un premier leghista

Ieri Bossi ha detto di volere le banche del Nord, il Senato federale e, nel 2013, un premier leghista. «E’ chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo». Inoltre, Bossi non vuole modifiche alla legge elettorale, «anzi io toglierei il doppio turno anche alle Comunali» (questo peraltro lo aveva già detto Calderoli). Infine non ci sarà nessuna federazione con il Pdl: «La Lega sta sola». Sulla faccenda delle banche ha risposto, indignato, Michele Ventura, vicepresidente dei deputati del Pd: «Dobbiamo annoverare queste parole tra le battute che si perdono nell’etere o dobbiamo seriamente preoccuparci? Chiediamo a Bossi di rassicurare i cittadini che le nomine a cui sono chiamati, nei prossimi mesi, gli Enti Locali del Nord per i posti di loro competenza nelle Fondazioni bancarie saranno sottoposte ai soli criteri di professionalità, onorabilità, indipendenza e assenza di conflitto d’interessi. E non alla tessera del suo partito».

Come fa un partito a prendersi le banche?
La nostra democrazia è organizzata per gruppi di potere. Quote importanti delle banche sono possedute da enti morali – enti che teoricamente non hanno fini di lucro – che si chiamano Fondazioni. Molti consiglieri d’amministrazione delle Fondazioni, molti presidenti delle Fondazioni sono nominati dalla politica. Quando dico ”politica” voglio dire, per esempio, i sindaci. Quando in una città arriva un’amministrazione leghista, bisogna solo aspettare che i mandati nelle Fondazioni scadano per procedere a qualche nuova nomina. un resoconto schematico, che serve solo a darle un’idea generalissima, perché poi le situazioni sono molto diverse da Fondanzione a Fondazione, da banca a banca, da Regione e Regione e da una città all’altra. Si deve però anche sapere che le Fondazioni spendono cifre considerevoli ”sul territorio”: la fondazione Cariplo (Cassa di Risparmio delle Province Lombarde) ha investito in Lombardia durante il 2009 duecento milioni. La Fondazione della Cassa di Risparmio di Verona ottanta milioni. Eccetera.

Chi sono gli avversari della Lega in questa corsa sul territorio?
Non tanto il Pd, quanto quelli che adesso hanno più potere in queste istituzioni, Formigoni (che è sempre un terminale di Comunione e Liberazione) e la Moratti. Non è un caso che Bossi abbia dichiarato di voler diventare sindaco di Milano. Bossi è uno straordinario stratega e sa avanzare un pezzo alla volta: ha rinunciato a Milano e alla Lombardia adesso per prendersi Veneto e Piemonte. Le dichiarazioni sull’importanza del territorio significano esattamente questo: gli altri poteri, le lobbies, le banche devono seguire la tendenza del territorio, cioè la Lega.

La Lega non ha solo il 12% dei voti?
Sì, a livello nazionale. Ma è in crescita, al Nord è quasi sempre il primo partito e nella maggioranza controlla un numero di deputati e senatori decisivo. poi una forza compatta, cioè senza divisioni interne. E non è coinvolta in nessun tipo di scandalo. necessario ammettere che i leghisti sono diversi.

Che vantaggi porterà alla Lega l’introduzione del federalismo?
Una serie di competenze o ”poteri più ampi” saranno trasferiti alle Regioni, in base a quanto previsto dall’articolo 116 della Costituzione. Lombardia, Veneto e Piemonte hanno già chiesto di avere più capacità di governo nel campo dell’istruzione. Per quanto riguarda il fisco, l’idea è quella di procedere con una serie di cedolari, cioè di tasse secche pagate su qualcosa. quasi certo, per esempio, che a giugno verrà modificato il regime degli affitti, permettendo ai padroni di casa di pagare il 20 per cento su quello che incassano e di non aggiungere all’Irpef il reddito da locazione. In questo modo si spera di far emergere molto nero. C’è poi il capitolo delicatissimo dei trasferimenti: e cioè si sa che le Regioni del Nord danno a Roma molti più soldi di quelli che ricevono. Mentre per le Regioni del Sud è l’inverso. una situazione che la Lega si propone di modificare, anche se ci vorrà prudenza e pazienza per non spaccare il Paese.

E il premier leghista?
Nei discorsi che si fanno adesso nel centro-destra è previsto che Berlusconi diventi presidente della Repubblica nel 2013. Quindi, a quella data bisognerà scegliere un nuovo capo del governo. Tremonti è in tale sintonia con Bossi che, se fosse lui, potremmo quasi considerarlo un presidente leghista. L’alternativa, al suo nome è Maroni. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/4/2010]