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 2025  dicembre 30 Martedì calendario

Veneto, agli ex consiglieri Tfr da 2 milioni

L’esordio di Alberto Stefani, 33 anni, leghista, nuovo presidente del Veneto, avviene nel nome della piena continuità istituzionale. Tra i primissimi atti della consiliatura, c’è l’agognata delibera. Numerata, motivata, votata all’unanimità e soprattutto ben finanziata. A un mese dalla fine dell’era Zaia, il nuovo corso prende forma nel modo più rassicurante possibile: distribuendo gli assegni di fine mandato.
Il totale, messo in fila senza troppa poesia, è di 1.792.000 euro lordi. Beneficiari: 39 consiglieri regionali usciti di scena alla fine dell’undicesima legislatura, dalla A di Andreoli alla Z di Zottis. Alcuni hanno scelto di non ricandidarsi, altri si sono fermati alle urne. Nessuno, però, è rimasto davvero a mani vuote, perché la politica regionale non conosce omissioni di tutela. L’assegno di fine mandato – previsto dall’articolo 19 bis della legge regionale del 1973, successivamente rimaneggiato ma mai superato – garantisce una mensilità per ogni anno di esercizio della carica, fino a un massimo di dieci. Il risultato non è una buonuscita simbolica, ma una vera liquidazione, che attenua il trauma dell’addio al Consiglio e rende le sconfitte meno amare. Il provvedimento, naturalmente, è stato approvato in consiglio di presidenza a voti unanimi e palesi, per quella forma di concordia che si manifesta in questi casi. Alla cifra, peraltro, vanno sommati gli assegni già liquidati a fine 2024 a chi aveva lasciato Palazzo Ferro Fini in anticipo per imboccare la strada europea. Daniela Donazzan aveva incassato 96.244,87 euro, Nicola Ignazio Finco (77.149,25 euro), Cristina Guarda e Daniele Polato (27.730,81 euro ciascuno): in totale oltre 228 mila euro che porta il saldo complessivo degli assegni di fine mandato a superare ampiamente i 2 milioni.
La delibera è meticolosa, quasi pedagogica. Ricorda che chi aveva già percepito un assegno di fine mandato in legislature precedenti deve essere “ri-liquidato”, per garantire l’uguaglianza di trattamento. In altre parole: la carriera politica può anche essere discontinua, ma il conteggio no. Le erogazioni precedenti diventano acconti, anticipazioni su una liquidazione finale che ricompone tutto. Anche il tempo, a suo modo, viene sanato. Per prudenza amministrativa, l’Ufficio di presidenza trattiene 2.000 euro a testa, in attesa delle operazioni di conguaglio. Un gesto quasi simbolico, a tutela dell’ente. Per il resto, tutto è “regolarmente istruito”, conforme alle norme, pronto per la pubblicazione sul Bollettino ufficiale. La legalità, qui, non è mai in discussione. Così il nuovo presidente inaugura il mandato nel segno della continuità più solida: quella che non ha bisogno di essere rivendicata. Cambiano i volti, si abbassa l’età anagrafica, ma i fondamentali restano intatti. In Veneto si può uscire dal Consiglio, perdere un’elezione o puntare all’Europa: l’importante è che il passaggio avvenga con ordine, e con la cifra corretta.