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 2025  dicembre 29 Lunedì calendario

Marta Collot: “Noi critici più col Pd che con le destre? È che loro stanno con tutti…”

Voglio la rivoluzione, aspiro alla rivoluzione, lotto per la rivoluzione.
Intanto bisogna che lei, Marta Collot, co-portavoce di Potere al Popolo, ci spieghi la rivoluzione a cui pensa.
La rivoluzione è principio e destino del mio agire, delle lotte che conduco insieme ai miei compagni. Non è uno slogan furbesco, un tic della nostra militanza.
Lei pensa all’accusa: ecco il tic della rivoluzionario in poltrona.
È l’offesa di chi avanza considerazioni simili perché non sa cosa obiettare. Usa il catalogo delle ovvietà. La rivoluzione è naturalmente l’orizzonte a cui aspiro, l’esito possibile e finale del nostro impegno politico.
Togliere ai ricchi e dare ai poveri è il fondale delle sconfitte annunciate, non crede?
Mutare i rapporti di forza, far si che i ceti subalterni, il cosiddetto proletariato, abbia non solo la speranza ma la condizione per affrancarsi dalla subalternità, dall’emarginazione.
Potere al popolo veleggia intorno allo zero virgola.
Quando mi candidai a consigliere regionale in Emilia Romagna (per spirito di servizio) ottenni infatti lo zero virgola.
Ottenete quasi sempre lo zero virgola, purtroppo.
È un ottimo motivo per fare meglio e di più.
Lei non è emiliana.
Veneta di Treviso, ma vivo e lavoro a Genova. Trentadue anni, insegno musica alle scuole medie.
Otto anni fa fondò insieme – tra gli altri – a Giuliano Granato, co-portavoce, il movimento.
Che si batte per davvero, non finge di farlo, per i diritti di chi non ha diritti.
Il Partito democratico invece finge di stare a sinistra?
Accuso la furbizia, la finzione, l’ipocrisia del Pd. Come posso difendere gli operai e anche i padroni? Hanno interessi confliggenti, e il conflitto è il seme della nostra speranza non è un adesivo per cui tu puoi fare l’uno e il suo opposto.
Non il confronto, ma il conflitto. È l’unico motore che azionate.
Senza il conflitto perdiamo la via, siamo foglie morte. Senza aspirare a un conflitto che risolva a favore di chi meno ha i rapporti economici e sociali, finiremmo per apparire come quegli altri della sinistra finta, paludata, occasionale.
Noto che ce l’avete più con la sinistra che con la destra.
La destra mostra senza troppi infingimenti la propria idea di perorare lo sviluppo di una società ingiusta gonfiando persino il petto.
Invece la sinistra?
Finge di stare a sinistra, di essere a sinistra. Ne dico una tra mille: le coop nascono per dare valore alla parola solidarietà. E oggi cosa sono divenute? Grandi centri finanziari che non solo non mutano l’assetto del potere costituito, ma infiltrano la politica di interessi spuri, sporchi.
Il padrone dev’essere combattuto e piegato?
Combattuto e piegato, proprio così.
Non ha diritti, non può avere pretese giuste?
I suoi diritti non devono essere così soverchianti da radere al suolo quelli dei lavoratori.
Lei è donna e guida un movimento all’estrema sinistra dell’arco costituzionale. Ma sono soprattutto le donne ad aver guidato o ancora a guidare in Europa i partiti di destra. Ci pensa? Si è data una risposta?
Le donne sanno essere reazionarie, sanno gestire le peggiori trame di potere. La storia insegna e racconta. Come del resto impone nella nostra parte politica figure femminili lucenti, gloriose, rivoluzionarie a cui noi ancora oggi dobbiamo tanto.
Nel suo Pantheon metterebbe Enrico Berlinguer?
Piuttosto Fidel Castro e se dovessi andare più indietro Antonio Gramsci.
Lei domani va al governo, e il suo popolo patisce, oltre al lavoro, la mancanza di sicurezza. Chiederebbe più polizia?
Direi che la sicurezza si ottiene svuotando il bisogno, togliendo dalle strade chi adesso è lì a raccogliere nel crimine il senso della propria esistenza.
Lei immagina che nel futuro può ipotizzarsi una qualche forma di collaborazione elettorale con il Pd?
Mai, in nessun caso. Snatureremmo la nostra identità e perderemmo la funzione che ci siamo dati e il senso della nostra lotta.
Lei spesso è in piazza.
Sì, a sostegno delle lotte operaie.
Ha già avuto scontri con la polizia.
E qualche denuncia.
E qualche condanna.
Interruzione di pubblico servizio, cose così.
La rivoluzione è lontana.
Non ha senso immaginare quando, ha invece ragione prepararsi per.